Governo USA contro la guerra dei brevetti: è ora di finirla

Gli Stati Uniti si preparano a mettere fine alla guerra dei brevetti: l'intenzione è quella di proibire alle aziende di depositare denunce per bloccare le vendite dei prodotti che violano gli accordi internazionali di equità e non discriminazione.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Dopo le Nazioni Unite anche il Congresso del Stati Uniti sta scendendo in campo contro la guerra dei brevetti. Stando a una notizia battuta dall'agenzia Reuters mercoledì sarà discussa alla Commissione Giustizia del Senato l'eventualità di proibire alle aziende di chiedere il blocco delle vendite dei prodotti concorrenti nel caso in cui violino brevetti essenziali.

Anche in questo caso tutto ruota attorno alle licenze FRAND (Fair, Reasonable, And Non-Discriminatory terms), ma invece di cercare un'intesa di massima fra i protagonisti del teatrino dei patent troll come sta facendo l'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, il Congresso sembra preferire la strada più diretta. Con un divieto governativo, infatti, che le aziende siano d'accordo o meno i tribunali respingerebbero automaticamente le denunce.

Ci vuole Harry Potter per sconfiggere un troll

Fra i testimoni che sono stati convocati ci sono il commissario della Federal Trade Commission Edith Ramirez e Joseph Wayland del Dipartimento di Giustizia. Il Congresso ha già l'appoggio della Commissione per il commercio internazionale, che aveva allertato gli enti governativi sul fatto che i proprietari di standard di brevetti essenziali a volte pretendono troppo per cedere in licenza le proprietà intellettuali e sfruttano lo spauracchio del decreto ingiuntivo per spuntare tariffe irragionevoli.

Come nel caso delle Nazioni Unite ad attirare l'attenzione e convincere il Governo a scendere in campo sono state le mosse (sbagliate) di Motorola, spalleggiate da un atteggiamento discutibile da parte di Google, secondo cui "questi divieti sono uno strumento necessario per impedire ai rivali di rifiutarsi di pagare i diritti delle licenze".

La guerra dei brevetti potrebbe chiudersi al Congresso

Visto che troppo spesso si confonde la politica legale aggressiva di Apple con la tutela dei brevetti essenziali, vale la pena fare una precisazione. Al fine di tutelare lo sviluppo e il progresso del settore hi-tech le aziende che sentiamo nominare quotidianamente nella guerra dei brevetti hanno sottoscritto a suo tempo degli accordi internazionali secondo cui i brevetti cosiddetti essenziali non si possono usare come fonte di reddito dai legittimi proprietari. Chiunque li chieda ha il diritto di averli per cifre irrisorie, spesso simboliche, e di sfruttarli all'interno di nuovi prodotti.

Gli altissimi profitti generati negli ultimi anni dal mercato smartphone e tablet e le prospettive di guadagno in costante crescita hanno portato a dimenticarsi di questa normativa e a cercare di bloccare la concorrenza impugnando una proprietà di cui di fatto non si può rivendicare l'esclusiva. Per questo l'antitrust europea sta indagando Samsung e potrebbe spennare Motorola.

Poco importa che entrambe abbiano seguito questa strada per fronteggiare un attacco insistente e particolarmente fastidioso di Apple: Tim Cook sta annoiando con le questioni di design, ma non rischia di farci vivere senza 3G.