Honor 8, prime impressioni dalla presentazione di Parigi

Honor lancia il suo nuovo smartphone pieno di tecnologia al ragionevole prezzo di 399 euro, che diventano 449 per la versione 64GB.

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a cura di Giancarlo Calzetta

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Honor 8, il nuovo top di gamma Honor già annunciato in USA e Asia quache settimana fa, è stato annunciato anche in Europa e arriverà in Italia (anche in alcuni negozi come Unieuro e Mediworld) a settembre.

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Le caratteristiche sono di tutto rispetto: 32 o 64 GB di storage, 4GB di RAM, processore “fatto in casa” che promette potenza e risparmio sui consumi, una scocca molto elegante con grande uso di vetro speciale, lettore di impronte con pulsante programmabile, la doppia fotocamera di chiara ispirazione “Huawei” e un comparto radio importante. I prezzi sono ragionevoli, anche se forse un filo più alti di quanto non ci si aspettasse: 399 per la versione 32GB e 449 per quella 64GB.

Il nuovo smartphone è un oggetto molto curato che incorpora soluzioni molto interessanti sia all’interno sia in bella vista.

Il cuore del sistema è il nuovo processore Kirin950, progettato da Huawei (di cui Honor è una costola che ormai ha una vita propria) e che promette risultati di grande rilievo. Secondo una slide mostrata durante la presentazione e che mostriamo qui sotto, in termini di “potenza bruta” scavalca (anche se per un pelo) i processori Samsung Exynos 8890 e Qualcomm 8996.

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Anche dal punto di vista dei consumi, il Kirin950 sembra brillare rispetto agli altri sui test single thread.

Un coprocessore dedicato, dal nome poco fantasioso di Smart Co-processor i5, si occupa invece di operazioni a basso consumo come la riproduzione degli MP3, del riconoscimento vocale e altre amenità.

La batteria è da 3000 mAh, con un sistema di ricarica veloce da 9V. La risoluzione Full HD dello schermo da 5.2 pollici sicuramente aiuterà la durata dello smartphone che viene stimata in un 30 ore circa con un uso  “intenso” e quasi 36 ore con un uso “tipico”. Cosa significhino esattamente queste indicazioni lo verificheremo durante il test che è già iniziato.

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Il comparto radio è particolarmente curato, come ci si aspetta da uno smartphone vicino al marchio Huawei: vengono supportate ben 7 bande di frequenza per il 4G, 3 per il 3G e 4 per il famigerato e durissimo a morire 2G. La sezione wi-fi, inoltre, promette di essere particolarmente smart e switchare al volo tra 2.4 e 5 GHz a seconda della qualità del segnale disponibile.

Non mancano i gestori di NFC con le funzioni più utili come il P2P transfer e il supporto ai sistemi di pagamento. Curiosa e intrigante la funzione di telecomando integrato (IR) che promette di controllare 232.740 modelli diversi di apparecchi di tutti i tipi: dai televisori ai condizionatori d’aria.

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Molto interessante lo schema dei test di resistenza che ogni prodotto deve sostenere e superare durante la fase di design...

Particolarmente curata è la parte estetica di questo smartphone che si presenta con linee molto classiche, ma anche con una scelta dei materiali molto curata. In generale, sullo smartphone non ci sono spigoli vivi e si fa grande uso di metallo e vetro.

La parte posteriore della scocca è composta da una lastra di vetro realizzato sovrapponendo 15 microstrati trattati in maniera diversa e l’effetto globale è molto piacevole, con una serie di riflessi “filiformi” piacevoli da guardare. La cover proposta da Honor è trasparente e minimalista, per non coprire gli sforzi fatti in fase di design, e presenta degli ovvi fori in corrispondenza degli obiettivi della fotocamera e del lettore di impronte digitali.08 filifoprme JPG

Il lettore è di ultima generazione, con la capacità di digitalizzare le impronte in 3D, vanificando molti degli sforzi che in passato abbiamo visto usare per bypassare i sistemi di sicurezza di altri smartphone.

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Il lettore di impronte legge anche la profondità delle creste, per evitare di essere aggirato con impronte digitali "stampate" su lattice.

La fotocamera, invece, sembra essere una diretta emanazione di quella del Huawei P9. Ricordiamo, infatti, che Honor è una società figlia di Huawei che ne sfrutta la ricerca e sviluppo. Stavolta non abbiamo il marchio Leica, ma il comparto sembra essere identico a prima vista.

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Un programma di fotoritocco interno all’app della fotocamera permette di realizzare pesanti operazioni di modifica “al volo”, compresa una funzione di “miglioramento dei selfie” che modifica l’aspetto del volto snellendolo, ingrandendo gli occhi, rendendoli più luminosi e così via. Oltre l’uso “vanesio” che se ne può fare, abbiamo visto che si riescono a ottenere effetti discretamente mostruosi e divertenti se si esagera con le impostazioni.

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Insomma, dal punto di vista tecnico, anche stavolta il flagship Honor sembra un dispositivo di tutto rispetto che compete ad armi pari, e in alcuni casi con una marcia in più, con molti altri top di gamma.

Del resto, proprio grazie a questa strategia, i suoi ricavi sono più che raddoppiati dal 2014 al 2015, passando da 2.4 miliardi di dollari a 6, mentre il numero di dispositivi venduti è passato da 20 milioni a 40.