Honor View 10 Lite, come migliora la resa fotografica grazie all'intelligenza artificiale

L'intelligenza artificiale vista a bordo di Honor View 10 Lite, smartphone Android di fascia media che sta riscuotendo successo in termini di vendite.

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a cura di Saverio Alloggio

L'intelligenza artificiale è un po' la tendenza del momento in ambito smartphone. Al di là degli aspetti legati al marketing, abbiamo tante volte riscontrato dei benefici concreti nei top di gamma, soprattutto in merito alla resa fotografica. Oggi ci soffermiamo invece su un prodotto che si inserisce nella fascia di prezzo compresa tra i 200 e i 300 euro, ovvero Honor View 10 Lite, che abbiamo già recensito qualche settimana fa.

In Italia parte da 269 euro - versione da 64 Gigabyte di memoria - e può toccare i 299 euro nella variante da 128 Gigabyte di storage (è disponibile all'acquisto nelle varie catene di elettronica, ma anche sul portale ufficiale di Honor raggiungibile a questo link). Insomma, un best-buy considerando quanto offerto complessivamente: schermo da 6,5 pollici con risoluzione di 1.080 x 2.340 pixel; 4 Gigabyte di RAM; batteria da 3.750 mAh; scocca realizzata in vetro e metallo.

Non a caso, sta riscuotendo un grande successo in termini di vendite - sia in Italia che a livello globale - peraltro in un segmento estremamente affollato da tanti concorrenti. Basti pensare come, nel primo mese dal lancio, abbia venduto il doppio delle unità rispetto a Honor 9 Lite nel medesimo periodo. Merito anche della disponibilità in tutti i distributori di elettronica di consumo, senza dimenticare il recente accordo con TIM.

In ogni caso, come vedremo, l'intelligenza artificiale svolge un ruolo importante nel miglioramento della resa fotografica anche in uno smartphone di fascia media come Honor View 10 Lite, contribuendo a bilanciare alcune rinunce hardware inevitabili a queste cifre.

Come funziona l'intelligenza artificiale

Non è solo una questione software. Honor View 10 Lite è infatti basato sul SoC Kirin 710, un processore caratterizzato da CPU octa-core (quad-core 2.2 GHz Cortex-A73 + quad-core 1.7 GHz Cortex-A53), coadiuvato dalla GPU Mali-G51 in configurazione MP4 e che fa dell'implementazione degli algoritmi di intelligenza artificiale uno dei suoi punti forza.

Il funzionamento di questi algoritmi, per quanto complessi, è in realtà molto semplice. La parte hardware infatti mette a disposizione il così detto machine learning, ovvero un sistema in grado di apprendere nel tempo i comportamenti dell'utente e i dati immagazzinati dallo smartphone (tra cui le scene ritratte dalla fotocamera). Questo apprendimento consente di migliorare gli algoritmi che dunque, a seconda degli ambiti, risulteranno più efficaci.

Nel caso di Honor View 10 Lite, consentono di riconoscere il volto per lo sblocco del dispositivo e, soprattutto, intervengono in maniera importante sulla parte fotografica. Lo smartphone è infatti in grado di riconoscere 22 tipologie di soggetti (esseri umani, cibo, piante, paesaggi ecc...) e fino a 500 scenari in tempo reale, adeguando automaticamente le impostazioni di scatto al fine di ottenere la fotografia migliore senza che l'utente debba intervenire manualmente.

Da un punto di vista hardware, il comparto fotografico del View 10 Lite si compone di una doppia fotocamera posteriore con sensore primario da 20 Megapixel e obiettivo f/1.8 accoppiato a un sensore da 2 Megapixel (obiettivo f/2.4) per la profondità di campo. Quest'ultimo dunque aiuta la fotocamera principale a stabilire in maniera più accurata la posizione del soggetto nella scena che si vuole fotografare. Il risultato, ad esempio, è un effetto Bokeh, ovvero una foto con sfondo sfocato, decisamente più naturale.

Sulla parte frontale invece c'è una fotocamera da 16 Megapixel con obiettivo f/2.0. I video possono essere registrati fino alla risoluzione Full-HD a 60 fps, e non manca la possibilità di realizzare filmati in slow-motion a 480 fps. Come abbiamo avuto modo di raccontarvi nella nostra recensione, pur scendendo a qualche compromesso, si tratta di un buon comparto fotografico per la fascia di prezzo.

Ciò che riesce a fare la differenza è la parte software, proprio grazie all'intelligenza artificiale. Quest'ultima è attiva di default, ma gli effetti apportati alla fotografia possono essere disattivati anche dopo aver effettuato lo scatto. Quindi, il consiglio è di tenerla sempre attiva e selezionare dopo la foto che si preferisce, una grande comodità nell'utilizzo quotidiano.

Honor View 10 Lite, il comparto fotografico alla prova dei fatti

Il grande merito dell'intelligenza artificiale, almeno negli smartphone appartenenti a questa fascia di prezzo, è quello di riuscire a esaltare la gamma cromatica delle fotografie. Se da una parte si perde un po' la naturalezza della scena, dall'altro vengono compensati i limiti hardware dei sensori, di base meno performanti rispetto ai dispositivi di fascia alta, com'è ovvio che sia. Un primo esempio potete osservarlo negli scatti sottostanti.

Il comportamento dell'AI è ancora più evidente in notturna e in generale con poca luce. In quest'ambito infatti View 10 Lite mostra qualche difficoltà nella gestione della luce artificiale, e questo inevitabilmente inficia la gamma cromatica delle immagini. Con l'intervento dell'intelligenza artificiale e la successiva saturazione dei colori, anche le fotografie al buio appaiono più godibili, al netto dei problemi in termini di resa.

Discorso analogo per quanto riguarda i selfie. Nei prossimi mesi, Honor rilascerà un aggiornamento software che aggiungerà nuove funzionalità che permetteranno di scegliere 4 tipologie diverse di illuminazione per gli autoscatti (ad esempio, soggetto con sfondo nero). Attualmente però è già possibile eseguire l'effetto Bokeh che, considerando l'assenza di hardware ad hoc come avviene per il Face ID di iPhone, appare decisamente godibile.

Insomma, non c’è dubbio sul fatto che il concetto di intelligenza artificiale sarà al centro dei futuri trend tecnologici. Al momento, l’applicazione principale dell’AI sugli smartphone si ritrova nell’ambito del comparto fotografico che, seppur saturando i colori e rendendoli talvolta lontani dalla fedeltà della scena, rende gli scatti scenici e perfetti per i social addicted.