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a cura di Saverio Alloggio

Il Mate 10 Pro ha rappresentato un punto di svolta per Huawei. Nella nostra recensione, datata ottobre 2017, lo abbiamo definito il miglior smartphone mai prodotto dall'azienda cinese fino a quel momento. Una vera e propria linea di demarcazione, che ha sancito la definitiva maturazione di una realtà che, in questi anni, è stata in grado di issarsi al terzo posto nella classifica mondiale dei produttori di telefonia.

Uno step evolutivo che è apparso netto soprattutto nella qualità costruttiva  del Mate 10 Pro e nel comparto fotografico, con Huawei finalmente in grado di giocarsela quasi alla pari anche in quest'ultimo ambito. Senza dimenticare la nuova piattaforma hardware basata sul Kirin 970, uno dei primi SoC a spingere sul concetto dell'intelligenza artificiale nel settore smartphone, in grado di garantire prestazioni di primo livello.

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La colorazione Titanium Grey

Un quadro complessivo che, unitamente al calo di prezzo, ci ha spinti a riportare sotto la nostra lente d'ingrandimento il Mate 10 Pro, a circa 8 mesi dal suo debutto sul mercato. In questo lasso di tempo, Huawei è intervenuta con alcuni aggiornamenti software che hanno migliorato i pochi aspetti migliorabili. Del resto, nella nostra recensione, gli unici due "contro" che avevamo individuato erano l'assenza del jack audio da 3.5 mm e l'impossibilità di espandere la memoria. Due scelte dalle quali non si torna indietro, ma certamente ben diverse da veri e propri difetti di funzionamento.

Un design riconoscibile

Quando si parla di design, si entra inevitabilmente in un ambito fortemente soggettivo. In un settore però ormai dominato da un particolare estetico come il notch, abbracciato dalla stessa Huawei con la gamma P20, non ci sono dubbi sul fatto che il Mate 10 Pro abbia mantenuto una certa riconoscibilità, soprattutto per quanto riguarda la back cover. È una questione di piccoli dettagli.

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La colorazione Mokka Brown

Ad esempio, la disposizione simmetrica dei due sensori della dual-camera posteriore, perfettamente centrati nella parte alta del retro, e del flash LED rispetto all'autofocus laser. L'intero modulo fotografico evidenziato da una fascia di colore contrastante rispetto al resto della scocca, percepibile sia nella colorazione Mokka Brown (che è stata quella oggetto della nostra recensione) che in quella Titanium Grey, con la quale abbiamo passato le ultime settimane.

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Discorso analogo per la cornice laterale. Il tasto di accensione caratterizzato da una leggera zigrinatura, così da facilitarne l'individuazione con le dita. Il frame realizzato con una finitura differente rispetto alla scocca, così da evidenziare la perfetta intersecatura con il vetro della back cover, che curva leggermente sui due lati. Come detto, questione di piccoli dettagli, che però fanno la differenza nella qualità percepita.

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Sulla parte frontale niente notch, bensì un ampio display da 6 pollici con cornici ridotte, sufficienti a evitare tocchi involontari. In sede di presentazione, Huawei ha più volte sottolineato di essere riuscita a incastonare questo schermo in dimensioni generali riconducibili a smartphone con pannelli da 5,5 pollici. Effettivamente, non è utopistico pensare di utilizzarlo con un mano, complice anche il rapporto di forma in 18:9.

L'analisi sulle dimensioni comunque assume oggi un significato differente rispetto a quando questo prodotto è stato commercializzato. All'epoca lo abbiamo confrontato con il Huawei P10 Plus (display da 5,5 pollici e dimensioni generali pari a 153.5 x 74.2 x 7 mm contro 154.2 x 74.5 x 7.9 mm del Mate 10 Pro), mentre adesso il concetto di smartphone con cornici ridotte e rapporto di forma in 18:9 sta spopolando anche nella fascia media e in quella bassa del mercato.

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Rispetto a dispositivi più recenti e appartenenti al medesimo segmento, abbiamo grandezze più o meno simili. Ad esempio, il Galaxy S9 Plus ha dimensioni generali pari a 158.1 x 73.8 x 8.5 mm con 189 grammi di peso (178 grammi il Mate 10 Pro), il Huawei P20 Pro invece 155 x 73.9 x 7.8 mm per 180 grammi, lo Xiaomi Mi 8 154.9 x 74.8 x 7.6 mm per 175 grammi. 

In ogni caso, al netto della qualità costruttiva, è necessaria una cover (peraltro già inclusa in confezione) per poterlo utilizzare nella quotidianità. Il vetro, materiale scelto anche per la parte posteriore, rende il Mate 10 Pro inevitabilmente scivoloso e fragile in caso di cadute. Un aspetto evidenziato anche dal noto portale iFixit, che gli ha assegnato un punteggio di riparabilità pari a 4 su 10.

Una piattaforma hardware attuale

La combinazione tra il SoC Kirin 970, la GPU Mali-G72 e 6 GB di RAM è la medesima che muove il recentissimo Huawei P20 Pro. Peraltro l'azienda cinese, con i vari aggiornamenti rilasciati in questi mesi, è riuscita a ottimizzare ulteriormente le prestazioni del Mate 10 Pro. Avendolo ripreso tra le mani dopo un pò di tempo, non ho notato particolari differenze, in termini di performance, con i top di gamma di questa prima parte del 2018.

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Un miglioramento avvalorato anche dai benchmark. Con il nuovo firmware, abbiamo toccato con il Mate 10 Pro il punteggio di 210.541 su AnTuTu, un risultato che consentirebbe allo smartphone Huawei di rientrare, anche attualmente, nella top 10 della classifica della piattaforma in questione.

Da un punto di vista software, Mate 10 Pro è arrivato sul mercato con già a bordo Android 8.0 Oreo (sarà certamente aggiornato ad Android P). A ottobre 2017 c'era la build 0.113, mentre attualmente troviamo la 0.137. (arriverà a breve un aggiornamento che introdurrà lo sblocco tramite riconoscimento del volto). La EMUI è quella che abbiamo ormai imparato a conoscere, mentre gli update non hanno intaccato uno dei punti di forza del dispositivo, ovvero l'autonomia, grazie anche alla batteria da ben 4.000 mAh.

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Con la mia solita giornata (utilizzo misto tra LTE e Wi-Fi, 3 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, circa 1 ora di telefonate) sono riuscito sempre a raggiungere le 4 ore/4 ore e 30 minuti di schermo acceso. Un ottimo risultato, che consente di arrivare a sera senza dover ricorrere a ricariche aggiuntive nel corso della giornata, non così comune nei dispositivi di fascia alta.

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Peraltro Mate 10 Pro integra lo standard di ricarica rapida Super Charge, con il caricabatteria apposito incluso in confezione. Si riesce a raggiungere il 60% (partendo dallo 0%) in circa 30 minuti di collegamento alla presa elettrica, davvero una grande comodità in determinate circostanze.

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Migliorano le foto in notturna

Sulla back cover del Mate 10 Pro è stata posizionata una dual-camera, composta da un sensore principale da 12 MP RGB con obiettivo f/1.6 accoppiato a un secondo sensore da 20 MP monocromatico con obiettivo f/1.6. Tutto è coadiuvato dallo stabilizzatore ottico dell'immagine, da un flash LED dual-tone, da un autofocus laser e dall'ormai solida collaborazione con Leica.

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In senso generale, vale il giudizio espresso in sede di recensione. Il Mate 10 Pro ha segnato un netto passo in avanti, in ambito fotografico, per Huawei. Ciò non toglie però che, in questo smartphone, la resa delle fotografie sia ancora un passo indietro rispetto ai mostri sacri del settore, tra cui spicca inevitabilmente lo stesso P20 Pro, con il quale l'azienda cinese è stata in grado di posizionarsi al vertice in quest'ambito.

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Le fotografie in notturna sono migliorate con gli aggiornamenti software, con una gestione della luce artificiale più convincente e una minore perdita di dettaglio rispetto a quanto avveniva ad ottobre. Discorso valido per la dual-camera posteriore, meno per quella anteriore, che ancora soffre le condizioni di scarsa luminosità.

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Ottobre 2017

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Giugno 2018

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Ottobre 2017

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Giugno 2018

Intendiamoci, Mate 10 Pro scatta fotografie da top di gamma, anche perchè è coadiuvato da un software completo e arricchito dalle funzionalità basate sul machine learning che ormai ben conosciamo. In quest'ambito però sono ormai le piccole sfumature a fare la differenza, e attualmente sono appannaggio di altri dispositivi.

Conclusioni

Huawei Mate 10 Pro è arrivato sul mercato a 849 euro, ma oggi è possibile acquistarlo attorno ai 500 euro o anche meno in alcuni casi (lo trovate su Amazon a questo link). Non ci sono dubbi sul fatto che si tratti di uno smartphone in grado di offrire un'esperienza utente ancora assolutamente attuale, a livello dei top di gamma più recenti.

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Proprio la svalutazione di questi ultimi però rappresenta oggi il vero grande rivale del Mate 10 Pro. Attorno ai 500 euro è infatti possibile acquistare alcuni dispositivi di fascia alta immessi sul mercato nella prima parte del 2018, senza dimenticare i top di gamma posizionati a cifre vicine a questa fin dal loro debutto sul mercato (pensiamo, ad esempio, ai 519 euro richiesti per il OnePlus 6).

Leggi anche: Recensione Huawei P20 Pro

In ogni caso, qualora foste alla ricerca di uno smartphone con un ampio schermo, ottima resa fotografica, prestazioni da top e un'autonomia di alto livello, il Mate 10 Pro può fare al caso vostro. Il classico esempio di come il ricambio generazionale nella fascia alta del mercato cominci ad avere sempre meno senso tra un anno e l'altro.


Tom's Consiglia

Siete alla ricerca di uno smartphone ma non volete spendere cifre da capogiro? Date un'occhiata al Huawei Mate 10 Lite, dispositivo caratterizzato da un ottimo rapporto qualità/prezzo. Lo trovate su Amazon a questo link a 240 euro nella versione da 4 GB di RAM.