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a cura di Dario D'Elia

Apple sapeva che il "bendgate", ovvero lo scandalo legato alla flessione e in alcuni casi alla rottura dello chassis dell'iPhone 6 e iPhone 6 Plus aveva dei fondamenti di verità. Oggi ne abbiamo le prove, grazie a una sentenza del giudice distrettuale della North California Lucy Koh.

In pratica, come spiega nei dettagli Motherboard, a seguito delle denunce di sei consumatori che avevano rilevato malfunzionamenti al touchscreen, Apple è stata chiamata in causa dalla Corte e obbligata a fornire documentazione interna.

bendgate

Alcuni contenuti del carteggio, mai reso pubblico, sono stati citati dal giudice nella sentenza pubblicata l'8 maggio. Sotto il profilo giurisdizionale la querelle si è chiusa con un nulla di fatto, poiché Lucy Kohh ha negato la richiesta di class action. Non è stato presentato infatti un numero adeguato di modelli danneggiati. Ma questo ha comunque permesso di svelare molti dettagli su quanto è successo in questi anni.

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Apple ha sempre negato che la linea iPhone 6 avesse problemi di chassis e anche criticità correlate sul fronte della tecnologia touch. In verità, secondo test interni, i tecnici Apple sapevano prima del lancio nel settembre del 2014 che l'iPhone 6 fletteva 3,3 volte più facilmente dell'iPhone 5S e il Plus ben 7,2 volte sempre rispetto all'iPhone 5S.

Un'analisi tecnica indicava chiaramente che sarebbero dovuti intervenire sotto il profilo progettuale per ridurre gli effetti collaterali di questo "difetto" che si rifletteva sulla tecnologia touch. In pratica l'eventuale flessione rischiava di mettere fuori sede il chip "Touch ID" dalla logic board.

E così nel maggio 2016, quindi un anno e mezzo dopo il lancio, Apple decise di intervenire con una goccia di resina epossidica incapsulante sul chip per rinforzane il fissaggio alla scheda e irrigidire la parte circostante.

Nel frattempo con la linea iPhone 6S dell'anno precedente era già stata fata un'altra sostanziale correzione. Lo Youtuber di Unbox Therapy, nell'agosto 2015, scoprì infatti anche che il telaio del nuovo modello godeva di uno spessore maggiorato proprio nelle zone più esposte a rischi di flessione.

Dal precedente 1,14 mm dell'iPhone 6 si era passati a 1,90 mm. E il tutto riducendo il peso complessivo del telazio grazie all'impiego dell'alluminio anodizzato 7000.

A novembre 2016, con la casistica di "touch-diseased" in aumento, Apple decise infine di abbassare il prezzo di assistenza di questo problema da 349 dollari a 149 dollari.

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Gli avvocati dell'azienda hanno comunque sempre sostenuto che i test interni avevano comprovato che il cosiddetto "bending" poteva manifestarsi solo se i dispositivi erano già caduti su superfici dure.