Il Galaxy S è una copia dell'iPhone: 132 pagine per i fanboy

Apple ha presentato al processo contro Samsung un documento di 132 pagine che potrebbe inchiodare Samsung. Vengono passati in rassegna tutti i particolari dell'interfaccia del Galaxy S a confronto con l'iPhone e ci sono chiare indicazioni su come accentuare la somiglianza.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Al processo californiano in corso in queste settimane Apple sta cercando di inchiodare Samsung mediante un documento di 132 pagine con il confronto diretto delle funzioni e l'interfaccia del Galaxy S con quelle dell'iPhone. Si tratta di un PDF interno dell'azienda sud coreana risalente al 2010, che sarebbe stato redatto dal gruppo degli sviluppatori dei telefoni Samsung e che è online su AllThingsD.

Ricordiamo che Apple intende provare oltre il ragionevole dubbio che la concorrente ha copiato il design, l'interfaccia e le funzioni dei suoi smartphone per ottenere in cambio un risarcimento danni multimiliardario.

Le indicazioni per imitare Apple sembrano chiare.

All'interno si leggono, passo per passo, le valutazioni su tutti gli elementi grafici del sistema, dalla schermata iniziale al browser integrato, alle applicazioni presenti su entrambi i dispositivi. In tutti i passaggi quello che sembra chiaro è la raccomandazione di procedere facendo assomigliare il più possibile il Galaxy S (identificato come S1) all'iPhone.

Un'argomentazione di indubbio impatto con cui la giuria dovrà fare i conti, e che sembra avallare la testi dell'accusa secondo la quale il terminale Samsung sarebbe una copia pedissequa dell'iPhone. In realtà ad Apple non basterà questo elemento per vincere la causa: dovrà dimostrare che la concorrente ha violato dei brevetti specifici o particolari precisi del design dei suoi prodotti (giuridicamente parlando, trade dress).

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Una serie di testimoni dell'accusa ha deposto ieri dichiarando in soldoni che la somiglianza fra i prodotti Samsung e quelli Apple è una violazione e non una coincidenza. Di questo avviso è stata per esempio Susan Kare, graphic designer delle icone di OS X dal 1982 al 1986, che ha riferito di avere persino preso per sbaglio dalla scrivania uno smartphone Samsung al posto del suo iPhone quando si è incontrata con gli avvocati prima del processo. Secondo la Kare i clienti dovrebbero essere in grado di capire la differenza tra i dispositivi anche dai loghi e dai suoni.

Samsung dal canto suo ribatte che Apple progetta funzioni non degne di brevetti, e che comunque non ha copiato nulla.

Anche se Apple ha ancora molte cose da provare, e non si hanno informazioni sull'opinione dei giurati, sembra che l'azienda di Cupertino sia in posizione di vantaggio, almeno in questa fase iniziale. Sarebbe il caso che Samsung smettesse di lagnarsi per qualsiasi prova dell'accusa e di perdere tempo con ricorsi contro le decisioni di un giudice che non è evidentemente incline a cambiare idea. Piuttosto che presenti prove a suo discapito, come i bozzetti del Galaxy S e le immagini che mostrino l'iter progettuale interno e originale del suo prodotto, sempre che esistano.