Il lato oscuro di Pokémon Go, ecco come funzionano i bot

Abbiamo testato i bot di Pokémon Go per capire la portata del fenomeno, giungendo a una conclusione: servono solo a togliere il divertimento, non usateli.

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a cura di Roberto Caccia

Il fenomeno Pokémon Go continua a tenere banco sulle testate specializzate e anche su quelle generaliste. Se quest'ultime si occupano principalmente dei curiosi fatti di cronaca che impazzano in ogni lato del globo nelle prime si possono leggere una miriade di guide, come quella che abbiamo pubblicato pochi giorni fa per aiutare gli allenatori in erba.

Purtroppo negli ultimi giorni è emerso a galla un fenomeno che potrebbe essere potenzialmente fatale per il gioco di Niantic. Stiamo parlando dei bot, software che giocano al posto vostro, catturando i Pokémon e aumentando il livello del vostro allenatore.

pokemon go bot

Online è facilissimo trovare guide di ogni tipo: tutorial su YouTube, forum specializzati, articoli su siti web di stampo tecnologico, ce n'è per tutti i gusti. Abbiamo deciso d'indagare per capire la portata del fenomeno, per scoprire come funzionano e se è effettivamente così semplice usare uno di questi bot.

Ci sono bastati pochi minuti per individuare tre software, di cui uno con un'interfaccia grafica molto curata e un menu delle opzioni a prova di stupido. Gli altri due avevano invece una schermata con righe di comando in stile DOS e un leggero livello di complessità in più.

Due software su tre si sono bloccati al login per problemi con i server, ma al terzo tentativo ci è andata bene. Dopo aver inserito le credenziali di un account Google secondario e le coordinate geografiche (latitudine e longitudine) siamo riusciti a cominciare il nostro viaggio, nel bel mezzo di Milano.

Naturalmente scegliere una grossa città ha i suoi vantaggi, considerati i numerosi punti d'interesse nei dintorni, e infatti il nostro allenatore ha cominciato a dirigersi da un PokéStop all'altro, catturando tutti i Pokémon disponibili nel tragitto.

test

Un giretto in Parco Sempione, a Milano

Il software che abbiamo usato include anche alcune opzioni utili, da modificare con un editor testuale. Chi è abituato a smanettare con i file config dei videogiochi si troverà a suo agio. Un dettaglio che (fortunatamente) potrebbe scoraggiare i meno avvezzi a questo genere di configurazioni, ma una persona con un po' di perseveranza e minime conoscenze informatiche può riuscire facilmente a far funzionare tutto senza problemi.

Si possono impostare le coordinate geografiche di default (utile per evitare di ritrovarsi dall'altra parte dell'oceano ogni volta che si apre l'applicazione, rischiando il ban), la velocità massima di spostamento (20 km/h è il limite da rispettare per far schiudere le uova) e la distanza massima che il nostro allenatore virtuale percorrerà allontanandosi dalle coordinate iniziali.

Si possono scegliere se usare gli oggetti utili, come le bacche per facilitare la cattura dei Pokémon, e se sfruttare o meno gli incubatori per far schiudere le uova. Si possono evolvere automaticamente i Pokémon secondo vari criteri, trasferire i doppioni e i mostriciattoli più deboli, riciclare gli oggetti inutili e molto altro. Tutto questo, ovviamente, ha un prezzo...