In Foxconn lavorano minorenni, forse sulle Nintendo Wii U

Foxconn ha scoperto con un'indagine interna che in uno stabilimento lavoravano dei minori. Si sfruttava in modo indebito un programma di collaborazione con le scuole locali, che ne sono state escluse. Questa volta i dispositivi Apple non c'entrano nulla.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Foxconn ha scoperto che in almeno una delle proprie fabbriche lavoravano ragazzi tra i quattordici e i sedici anni, in violazione delle leggi cinesi sul lavoro e delle politiche interne all'azienda. I minori in questione sono stati allontanati dagli stabilimenti e indirizzati alle rispettive scuole, mentre a queste ultime sarà inibito l'accesso ai programmi d'inserimento lavorativo fino a che il problema non sarà risolto.

Protagonista della vicenda è una sola fabbrica, nella regione di Yantai (sud-est di Pechino). Tra i dispositivi prodotti qui non ne figura nessuno a marchio Apple, ha specificato un portavoce di Foxconn; anzi, secondo il sito games.qq (in cinese) i giovanissimi lavoratori erano impiegati alla produzione delle nuove console Nintendo Wii U. L'azienda ha anche fatto sapere che in tutti gli altri stabilimenti, dove lavorano circa 1,2 milioni di persone, non si sono rilevati casi simili.

Da Foxconn spuntano problemi inattesi

Quanto alle colpe, Foxconn non commette l'ingenuità di darle tutte alle scuole, che pure avrebbero ricattato gli studenti minacciandoli di bloccare il loro percorso di studi se si fossero rifiutati di partecipare all'attività produttiva. "Riconosciamo che la piena responsabilità di queste violazioni è dell'azienda, e ci siamo scusati con ognuno degli studenti per il nostro ruolo in tutto questo", continua infatti la comunicazione di Foxconn.

È senz'altro singolare che sia stata la stessa Foxconn a rilevare questo problema, mentre le indagini indipendenti (e semindipendenti) hanno trovato altre violazioni, ma mai un lavoratore minorenne. E di certo qualcuno troverà sospetto il fatto che sia accaduto proprio in uno stabilimento dove non si fa nulla a marchio Apple, ma è probabilmente normale e prevedibile; dove si fanno iPhone e iPad i controlli sono certamente più rigidi e serrati, proprio per l'attenzione richiamata dalla Mela Morsicata.

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In ogni caso i grattacapi causati da Apple non mancano nelle fabbriche cinesi. Un anonimo dipendente Foxconn avrebbe infatti svelato al Wall Street Journal che  l'iPhone 5 è il dispositivo più difficile che abbiano mai prodotto, e che proprio a questo sono legati i disordini di qualche settimana fa e lo sciopero che ne è conseguito.

Il problema più grande sarebbe la copertura posteriore, troppo delicata per passare indenne a tutte le fasi di produzione - e forse per questo diversi consumatori si sono lamentati di aver comprato un telefono già graffiato. Apple ha risposto chiedendo a Foxconn standard di qualità più esigenti, e forse anche per questo le consegne di iPhone 5 sono in ritardo.