iPhone pieghevole esiste davvero? Apple deposita un brevetto

Dopo Samsung e Microsoft, anche Apple sembra essere interessata ai dispositivi pieghevoli. L'azienda di Cupertino ha infatti depositato un brevetto in merito, che potrebbe anticipare quella che sarà l'evoluzione degli iPhone in ottica futura.

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a cura di Saverio Alloggio

Un iPhone con display e scocca pieghevoli. Quello che oggi sembra quasi un'utopia, potrebbe trasformarsi in realtà nei prossimi anni. È infatti spuntata in rete l'immagine di un brevetto depositato da Apple, relativo proprio ad un dispositivo con queste caratteristiche. L'azienda di Cupertino sembrerebbe dunque intenzionata a non lasciare alcun vantaggio alle concorrenti in quella che potrebbe essere una rivoluzione per gli  smartphone, almeno per come li conosciamo oggi.

Si perchè il concetto di smartphone pieghevole non è più una novità e ci sono già divese grandi aziende al lavoro su qualcosa di simile. In tal senso, la più attiva è certamente Samsung, che dovrebbe essere al lavoro sul fantomatico Galaxy X. Un dispositivo su cui si discute da mesi, caratterizzato appunto da display e scocca in grado di essere ripiegati. Una possibilità su cui, peraltro, si è espresso anche il management dell'azienda sudcoreana.

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Il brevetto Samsung

"La nostra roadmap prevede l'adozione di un display pieghevole. Al momento stiamo risolvendo alcune limitazioni tecniche, in quanto la logica sarà quella di lanciare un dispositivo con questa tipologia di schermo appena saremo del tutto pronti. Prevediamo che questo possa avvenire già dal prossimo anno", queste le parole pronunciate da DJ Koh, Presidente della Divisione Mobile di Samsung.

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Il Galaxy X ha già ricevuto diverse certificazioni, e non è escluso che l'azienda sudcoreana possa sfruttare la vetrina mediatica del Mobile World Congress 2018 per presentarlo. In ogni caso, Samsung non è l'unica a essere attiva in questo particolare ambito. Anche una realtà come Microsoft ha depositato brevetti in merito, ed ecco oggi inserirsi nella mischia anche Apple.

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Il brevetto Apple

L'azienda di Cupertino ha registrato il proprio brevetto presso lo US Patent & Trademark Office. L'immagine stilizzata mostra un dispositivo in grado di essere ripiegato come fosse un libro. L'idea sembra quella di voler creare un iPhone con un unico grande schermo flessibile, in grado di poter essere utilizzato sia da chiuso che da aperto.

Il primo grande ostacolo da superare sarebbe inevitabilmente la tecnologia da utilizzare per la realizzazione dello schermo. In tal senso, Apple potrebbe optare per i MicroLED, una scelta che sarebbe peraltro coerente con l'acquisizione, operata dall'azienda di Cupertino, della società LuxVue, specializzata proprio in questa tipologia di pannelli. 

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Il brevetto Apple

Il vantaggio della tecnologia MicroLED risiede tutto nelle dimensioni. La miniaturizzazione delle componenti, fondamentale nell'ipotetico scenario di un display flessibile, consente una riduzione dei consumi fino al 50% rispetto ai pannelli OLED, e sale fino al 90% se confrontata con gli schermi LCD. 

La questione del pannello non è però l'unica da dover affrontare. Ci sarebbe infatti anche da valutare la componentistica interna, la parte fotografica, i materiali da poter utilizzare per il telaio. Tutti aspetti su cui occorrerà lavorare nella logica di poter garantire su larga scala la produzione di un iPhone con questo particolare form-factor.

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Resta da capire quali vantaggi possa portare all'utente finale uno smartphone così realizzato. In relazione al Galaxy X, più volte si è parlato della possibilità di trasformarlo in un tablet a seconda delle esigenze, senza dimenticare il fatto di poter avere a disposizione, potenzialmente, schermi molto grandi con ingombri comunque riconducibili ad un cellulare.

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Allo stato attuale delle cose, è davvero complicato poter immaginare, concretamente, l'utilizzo quotidiano di un iPhone o un Galaxy pieghevole. Di contro però, il mercato smartphone è ormai giunto a un livello di saturazione, soprattutto da un punto di vista funzionale. Potrebbe dunque essere questo particolare form-factor la chiave di volta per quel salto generazionale tanto agognato. 


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