Italia a 1 Giga, CNIT: grande opportunità, ma manca la manodopera

Piano Italia a 1 Giga, il presidente del CNIT fa il punto al domani dell'inizio dei lavori: grande innovazione, ma manca la manodopera.

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a cura di Francesca Fenaroli

Hanno preso il via a inizio mese i lavori per il Piano Italia a 1 Giga, il primo dei piani di intervento pubblico della Strategia italiana per la Banda Ultra Larga - Verso la Gigabit Society che porterà la connettività a banda ultralarga a 7 milioni di civici sul territorio entro il 2026.

Ad aggiudicarsi la fetta più corposa dei 3,4 miliardi di euro stanziati per l'installazione e il potenziamento delle infrastrutture di rete nelle aree grigie del territorio italiano è stata Open Fiber, che ha conquistato 8 dei 14 lotti in cui sono state ripartite le aree interessate. I restanti 6 sono invece stati assegnati a TIM.

All'indomani dell'apertura della fase operativa dei lavori per il Piano Italia a 1 Giga Nicola Blefari, direttore del CNIT (Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni) e Piero Castoldi, docente dell'Università Sant'Anna di Pisa e a sua volta membro del CNIT, hanno fatto il punto dalle pagine di CorCom sulle opportunità e le sfide che attendono Open Fiber e TIM.

Il Piano Italia a 1 Giga rappresenta innanzitutto un'occasione per ridurre il digital divide e incentivare i servizi di rete di nuova generazione, a partire dall'accesso al telelavoro che nel corso degli ultimi anni è diventato una necessità per i cittadini italiani, fino ai servizi di telemedicina e manutenzione da remoto.

[...]Tali territori spesso indicati come aree “interne” o aree “marginali” spesso corrispondono a zone paesaggisticamente di grande valore ma soggette a spopolamento. Esse potranno rinascere e ospitare fasce della popolazione che lavorano in smart working o che intendono stabilirsi in questi territori sia come privati cittadini sia come imprenditori.

Milioni di cittadini potranno infatti usufruire, entro il 2026, della connettività in fibra ottica con velocità di punta di 1Gbps in download e almeno 200Mpbs in upload, che permetterà loro di usufruire di servizi di streaming audio e video in alta definizione. Altrettanto importante sarà il dispiegamento capillare della connettività mobile 5G in tutti i suoi ambiti di applicazione.

Non mancano però punti di criticità nell'attuazione del Piano Italia a 5G, primo tra tutti la mancanza di manodopera qualificata in ambito ICT. Proprio su questo fronte si concentra l'appello di Blefari e Castoldi al potenziamento delle competenze scientifico-ingegneristiche a partire dal sistema scolastico, grazie alla promozione delle discipline STEM negli istituti superiori e negli atenei.

Mentre gli studi del CNIT guardano già alla connettività 6G e a trasmettitori di nuova generazione, nel presente gli operatori all'ingrosso come TIM e Open Fiber dovranno dunque far fronte allo skills gap nel personale per realizzare le infrastrutture di rete previste dal PNRR e garantire al Paese un futuro sempre più connesso.


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