Jelly Bean sul 25% dei dispositivi Android, ma c'è il trucco

Jelly Bean fa un balzo in avanti significativo nella classifica realizzata da Google per tracciare la diffusione delle versioni di Android. Merito di un boom di vendite? No, di una modifica nella raccolta dei dati.

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a cura di Manolo De Agostini

La distribuzione Jelly Bean (4.1, 4.2) è diffusa sul 25% dei prodotti Android. Gli ultimi dati pubblicati da Google, se paragonati con il mese precedente, fanno "impressione". L'ultima release del sistema operativo fa infatti un deciso balzo in avanti, dal 16,3% al 25%, all'apparenza inspiegabile. Le vendite di nuovi terminali sono schizzate alle stelle? No.

Big G corre fortunatamente in nostro soccorso spiegando di aver cambiato l'algoritmo con il quale conta i propri utenti. "Dall'inizio di aprile, queste classifiche sono realizzate usando i dati collezionati da ogni dispositivo quando l'utente visita il Play Store. In precedenza, i dati erano raccolti quando i dispositivi si autenticavano sui server Google. Crediamo che il nuovo dato rifletta in modo più accurato gli utenti che sono maggiormente legati all'ecosistema Android e a Google Play".

Ci troviamo quindi davanti a un "punto zero" per le statistiche di diffusioneCosì, oltre ad Android Jelly Bean al 25%, abbiamo Android 4.0 (Ice Cream Sandwich) al 29,3%, Gingerbread (2.3) al 39,8%, Froyo al 4% (2.2) ed Eclair all'1.7% (2.1). Honeycomb, la release 3.2 dedicata ai tablet, è allo 0,4%. Ancora più insignificante, stando agli accessi al Play Store, la versione 1.6 Donut allo 0,1%.

La nuova "classifica" premia quindi le release più recenti. Mettendo da parte ogni discorso sul nuovo metodo adottato da Google per raccogliere i dati, è indubbio che questo cambiamento fa bene all'immagine di Android: l'azienda sa che i cosiddetti "early adopters" sono solitamente i primi a dotarsi di un nuovo terminale con l'ultima versione di Android o a fare un aggiornamento.

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Questo pubblico è anche quello che ovviamente entra nel Play Store, diventando "massa critica" per le statistiche di Google. Per questo motivo è probabile, almeno in linea teorica, che le future versioni di Android si diffonderanno più repentinamente rispetto al passato, almeno da un punto di vista statistico e agli occhi degli appassionati.

Un messaggio questo che non solo colpirà una parte dei consumatori, sulla difensiva per via della cosiddetta "frammentazione di Android", ma soprattutto gli sviluppatori, i quali molto probabilmente creeranno o aggiorneranno le proprie app con maggiore celerità, adottando in tempi più brevi le nuove API e caratteristiche integrate nelle future versioni di Android. Insomma, un cambiamento che ha diversi lati positivi per Big G, e indirettamente per l'utenza. Poiché dal mese prossimo potremo già fare un primo raffronto con i dati odierni, ai fini comparativi non cambia invece nulla.