Le chiamate su LTE riducono l'autonomia degli smartphone

Negli Stati Uniti i primi test confermano che il Voice-over-LTE consuma la batteria a dismisura. L'unica alternativa, al momento, è quella di appoggiarsi per la voce alle vecchie reti 2G e 3G. In ogni caso c'è un problema di inefficienza.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Il traffico voce su LTE (VoLTE) consuma praticamente il doppio rispetto alle chiamate su rete 2G. Il dato è a dir poco raccapricciante, ancor di più se si considera la limitata autonomia degli attuali tablet e smartphone. L'unica speranza a questo punto è che la specialista in test radio Metrico Wireless (Spirent) si sia sbagliata, oppure che questo difetto valga solo negli Stati Uniti dove effettivamente è stato compiuto il test. Gli addetti ai lavori al momento tengono le bocche cucite, però la sensazione è che ci sia un fondo di verità in questo incubo.

Intanto bisogna ricordare che c'è un diffuso ritardo nell'implementazione dei servizi voce su LTE. Non a caso in Italia per ora si parla solo di abbonamenti per navigare. La questione di fondo è che l'LTE supporta solo la gestione pacchetti dati su rete IP. Quindi o si punta sul Voice-over-LTE oppure, grazie al circuit-switched fallback technology, si appoggia alla rete 3G o 2G per la sola voce. Tutti gli operatori mobili stanno facendo le loro scelte ma è evidente che l'obiettivo finale è migrare completamente verso il VoLTE, sempre che i produttori di dispositivi e i professionisti del settore radio risolvano il problema dell'autonomia.

Confronto CDMA/VoLTE

Il test statunitense sulla rete LTE dell'operatore MetroPCS è avvenuto con lo smartphone LG Connect 4G (MS840), un modello Android con batteria da 1540 mAh e SoC Snapdragon da 1,2 Ghz. Ebbene, il consumo medio per 10 minuti di chiamata è stato di 680 mW su rete CDMA (2G) e di 1358 mW su rete LTE. Spirent ha calcolato che una carica completa di questo terminale consente 502,6 minuti di conversazione su 2G e 251,8 minuti su LTE.

I fattori di questa discrepanza di risultati si devono a più motivi. Il primo riguarda l'intensa attività hardware/software richiesta al terminale: conversione della voce in pacchetti dati, trasmissione, ricezione sulla rete dati e ri-conversione. Il secondo si deve all'uso di componenti meno efficienti: modem dati rispetto ai trans-ricevitori vocali. Non meno importante il fatto che l'attuale impronta 4G sul territorio è limitata, obbligando i terminali ad attuare continui controlli di segnale.

"I problemi saranno mitigati con il tempo, sopratutto considerando che i componenti continuano a essere sempre più efficienti e che un domani i dispositivi non avranno bisogno di passare tra diverse modalità di chiamata vocale", ha confermato Amit Malhotra, alto dirigente di Spirent, alla testata specializzata Gigaom.