Lenovo costruirà i PC negli USA per risparmiare

I notebook ThinkPad e i desktop ThinkClient per il mercato statunitense dal prossimo anno saranno fabbricati in Nord Carolina. La produzione sarà più costosa, ma l'azienda risparmierà sui costi di spedizione e gli ordini dei clienti locali saranno evasi più velocemente.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Lenovo sta costruendo una fabbrica in Nord Carolina che servirà per la produzione di notebook ThinkPad e di desktop ThinkClient destinati al mercato statunitense. L'impianto sarà attivo dal prossimo anno, impiegherà un centinaio di lavoratori e genererà un giro d'affari di pochi milioni di dollari.

I dirigenti hanno spiegato al New York Times che anche se questa fabbrica non ha un ruolo determinante nella produzione globale di Lenovo non è un'iniziativa promozionale isolata, ma l'inizio di una strategia a lungo termine molto più ampia.

La produzione nella fabbrica Lenovo di Pechino. Negli USA sarà uguale?

Innanzi tutto la fabbrica di Whitsett consentirà di rispondere più velocemente agli ordini dei clienti aziendali statunitensi, in modo più flessibile. La ricetta è semplice: una fabbrica locale può evadere le richieste più velocemente perché ha un volume di lavoro minore da gestire.

Sono poi da mettere in conto altri elementi, in primis il risparmio sui costi di spedizione: l'azienda cinese esporta negli Stati Uniti circa un quarto della produzione. Se le fabbriche locali in futuro soddisferanno la richiesta USA non ci sarà più bisogno di spedizioni intercontinentali, gravate dai costi elevati dei carburanti.

A sottolinearlo è Gerry Smith, a capo della catena di fornitura globale di Lenovo, secondo cui la decisione di istituire un sito di produzione negli Stati Uniti è in linea con la strategia aziendale di localizzare la propria produzione nei mercati principali, per quanto possibile. Le vendite di Lenovo oltreoceano sono ormai "abbastanza elevate da giustificare questa mossa". Speriamo che anche l'Europa beneficerà presto di una valutazione analoga.

Inoltre, a fronte di un costo di produzione più alto rispetto a quelli sostenuti all'estero, l'azienda conta di trarre un beneficio d'immagine agli occhi del clienti locali. "Avere un impianto di produzione nel Paese di origine è un elemento di differenziazione che la gente valuterà" sostiene David Schmoock, presidente di Lenovo Nord America.

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Schmoock si riferisce senza dubbio a Dell e HP, i concorrenti diretti che da tempo ormai hanno trasferito la produzione in Cina per contenere i costi, penalizzando l'economia statunitense. Ironia della sorte, la fabbrica di Lenovo sorgerà a poca distanza da quella che Dell ha chiuso nel 2010. La zona inoltre è una di quelle con un tasso di disoccupazione più alto negli USA: 10% rispetto a una media nazionale dell'8,1%.

In ultimo non è da escludere che il produttore cinese abbia pensato che questa mossa possa anche aiutarlo a stringere migliori rapporti con il Governo. Di recente si sono infatti verificati episodi di ostilità verso le aziende cinesi, in particolare verso Huawei e ZTE, sospettate di spionaggio industriale e accusate di sottrazione di posti di lavoro ai lavoratori USA. Lenovo assicura che la sua decisione non è una risposta al clima politico e nega l'esistenza di qualsivoglia percezione negativa, ma resta il fatto che dare lavoro a cento persone in un'area depressa del Paese è un buon modo per farsi amare.