"Con le nuove tecnologie disponibili, in particolare per quanto riguarda gli schermi pieghevoli, credo che vedrete presto design sempre più innovativi per i nostri smartphone. Così molto probabilmente ciò che avete chiesto sarà sviluppato o realizzato molto presto". È quanto ha risposto il CEO di Lenovo Yang Yuanqing al giornalista di TechRadar che, durante il MWC, aveva fatto riferimento a un possibile ritorno sul mercato dell'iconico smartphone clamshell Moto Razr.
Lenovo col brand Motorola potrebbe dunque tentare una nuova operazione nostalgia come quelle che sta mettendo in campo Nokia in questi anni, prima col revival del Nokia 3310 e quindi con quello del Nokia 8110, meglio conosciuto come "banana phone", mostrato proprio a quest'ultima edizione del Mobile World Congress.
Il Motorola Razr del resto è stato il clamshell più venduto al mondo, raggiungendo quota 130 milioni di unità vendute tra il 2004 e il 2007. Merito del successo fu l'innovativo design sviluppato da Roger Jellicoe e lo spessore di 13,9 mm, che adesso ci sembrerebbe enorme, ma che allora era il 40% più sottile di tutti gli altri modelli di Motorola disponibili sul mercato.
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A ben leggere tra le righe di quanto detto da Yuanquing però c'è più di una semplice operazione nostalgia con la riproposizione di un clone rivisto e corretto nell'estetica e in qualche funzionalità. Il CEO di Lenovo infatti fa riferimento ai display pieghevoli e questo potrebbe significare lo sviluppo di clamshell di nuova generazione, il cui schermo potrebbe offrire funzionalità simili a quelle dell'interessante ma ancora acerbo ZTE Axon M, con possibilità dunque di usare l'intera superficie come un unico display o dividendola in due per usare più app parallelamente o duplicare la stessa.
Al di là delle parole del CEO ovviamente al momento non c'è nient'altro di concreto, ma a quanto pare con l'avvento ormai imminente dei display pieghevoli il vento cambierà nel settore degli smartphone e formati ormai dimenticati potrebbero tornare, ma in un'inedita veste più nuova e funzionale. Altro che nostalgia insomma, qui si parla di futuro.
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