L'arrivo dell'iPad

Apple mostrò il primo iPad poco più di cinque anni fa. Fu un dispositivo rivoluzionario, ma la portata del cambiamento non fu evidente a tutti sin dal primo momento. Abbiamo parlato con diversi esperti del settore per sentire cos'hanno da dire sugli ultimi cinque anni e come vedono i prossimi cinque.

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a cura di Tom's Hardware

L'arrivo dell'iPad

L'iPad trovò subito un posto nella cultura popolare e diversi personaggi pubblici statunitensi lo fecero proprio. Il popolare comico Stephen Colbert per esempio, in occasione dei Grammy Awards 2010. E non mancarono titoli su tutti i giornali del mondo.

Il pianista cinese Lang Lang suonò su un iPad "Il Volo del Calabrone". Ancora prima che cominciassero le vendite, sembrava che l'iPad fosse dappertutto. In parte fu sicuramente opera del reparto marketing di Apple, ma in parte fu anche un fenomeno del tutto spontaneo.

Il tre aprile 2010 le persone negli Stati Uniti erano in coda davanti agli Apple Store per avere uno dei 300.000 iPad che si vendettero solo nel primo fine settimana. Entro il tre maggio, dopo l'introduzione del modello 3G, ne avevano venduto un milione. Entro il 31 maggio 2010 Apple aveva venduto 2 milioni di iPad, in meno di 60 giorni. Non si era mai visto un successo simile.

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La rivista Wired fece una versione per iPad quello stesso maggio 2010, furono esposti quadri fatti con questo dispositivo (Davi Hockney, Parigi), Barack Obama ne autografò uno e la famosa Oprah Winfrey (personaggio televisivo) lo definì "la migliore invenzione del secolo". Time Magazine gli diede il premio di Gadget dell'anno. Un impatto culturale incredibile.

Non era un semplice fenomeno modaiolo però. L'iPad stava cambiando la vita di molti: Shannon Rosa scrisse un famoso testo su come questo oggetto fosse un "quasi miracolo" per il figlio autistico. La Cedar Schools of Excellence avviò un programma per darne uno a ogni studente. Diversi medici cominciarono a usarlo come strumento di lavoro, e così via.

Nonostante l'aumento delle dimensioni l'iPad era, ed è, un dispositivo portatile che permetteva alle persone di fare più cose in tante condizioni diverse. E ogni giorno si scoprivano nuovi modi di sfruttarlo.

Tavola rotonda: l'esperienza iPad

bobble jeannie yangJeannie Yang, Smule: L'iPad non era un iPhone più grande. Dobbiamo considerare che persone diverse lo usano in differenti contesti, luoghi e momenti, di come avrebbero fatto con un iPhone. Per Smule non si tratta solo dello schermo più grande, perché anche il posizionamento degli altoparlanti e del microfono cambia l'interazione e dobbiamo tenerne conto nella progettazione. Ricordo di come abbiamo sperimentato il numero di punti di tocco durante lo sviluppo di Magic Piano. Ne trovammo undici, dieci dita più il naso (sorride).

bobble allen pikeAllen Pike, Steamclock: I limiti del primo iPhone rendevano più facile creare software semplice e pulito. Mostrare tutto a schermo pieno sembra un'ovvietà con il senno di poi, ma all'epoca era una scelta discussa. Sviluppare per iPhone gira tutto intorno alla presentazione di elementi a schermo pieno, e disegnare con questa cornice in mente è piacevole. Le dimensioni dello schermo dell'iPad hanno eliminato molti di questi limiti, e rimesso sul tavolo molte delle scelte disponibili quando si progetta per il web e il desktop. Da un momento all'altro non avevamo più spazio per mettere tutto nelle nostre app, nel bene e nel male.

bobble loren brichterLoren Brichter, Atebits: Con l'iPad dovevi considerare ogni interfaccia in molti contesti ergonomici. Sarebbe facile progettare qualcosa che funziona se hai il tablet poggiato su un tavolo come un laptop, ma diventa molto più difficile farlo se pensi che l'utente sta in piedi, o ha una mano occupata per tenere il tablet stesso in mano. Con un po' di fortuna e abilità si può usare il pollice ma non è molto utile.

bobble james cudaJames Cuda, Procreate: In un certo modo l'iPad fu liberatorio. Lo schermo da 9,7 pollici a 1024x768 ci diede un formato standard 4:3, che per un progettista d'interfaccia significa prevedibilità. L'aspetto più interessante dello schermo, comunque, non era tanto il paradigma dell'interfaccia, ma piuttosto le possibilità insite in un grande schermo multitouch da 9,7 pollici. Oggi può sembrare un'ovvietà, ma in quel momento era una cosa speciale ed eravamo davvero eccitati dalla libertà di uno schermo multitouch tanto grande.

bobble ken caseKen Case, The Omni Group: Oggi mi risulta difficile crederlo, ma nel 2010 molte delle nostre applicazioni non stavano nemmeno su un portatile da 17 pollici! Eravamo abituati a interfacce che usavano ogni millimetro di grandi schermi da 30 pollici, ed eravamo piuttosto orgogliosi di alcune cose che usavano quello spazio. Ma se avessimo tentato di portare tutte quelle cose sullo schermo da 9,7 pollici dell'iPad sarebbe stata una ricetta per il disastro. Dovevamo ancora raffinare le nostre applicazioni per ridurle all'essenza, e ricostruirne l'interfaccia da zero. Non dovevamo pensare solo a come far funzionare le applicazioni sul piccolo schermo dell'iPad, ma anche a come farle funzionare senza un cursore preciso o i consigli che si attivano con il mouse-over, senza una tastiera per la navigazione, senza data entry e scorciatoie. Non avevamo ancora un iPad, quindi per settimane abbiamo lavorato con prototipi fatti a mano, pensando a come avremmo usato le nostre applicazioni su di essi, a come avremmo tenuto in mano l'iPad o come le dita avrebbero toccato lo schermo.

bobble mark kawanoMark Kawano, esperto in user experience, Storehouse. Il touchscreen più grande ebbe due effetti principali. Il primo fu la possibilità di usare due mani sul dispositivo. Questo è probabilmente ebbe l'impatto maggiore sulle applicazioni musicali e i giochi. Il secondo fu la possibilità di guardare, e a volte usare il dispositivo in due o più persone. Con i telefoni o i computer portatili, spesso viene considerato maleducazione guardare lo schermo di qualcun altro. Con l'iPad invece non c'è questo ostacolo, anzi è il paradigma di molte app.

bobble nitin ganatraNitin Ganatra, ex dirigente Apple, oggi Jawbone. Il mio primo pensiero sull'iPad fu: Sì! Ora possiamo fare applicazioni che non richiedono tanta navigazione per attività comuni. Il mio secondo pensiero invece fu: Accidenti, come faremo a equilibrare questo lavoro con tutto il resto? Fortunatamente c'erano ingegneri molto bravi nell'azienda pronti a dare una mano.

bobble federico viticciFederico Viticci, MacStories: Quanto vidi la presentazione nel 2010, come molti altri, pensai che l'iPad sarebbe stato un grande complemento per il mio Mac. Lo schermo era brillante e comodo da tenere in mano ma, come mostrò Jobs, l'iPad era pensato per navigare e guardare video sul divano. Quella mia prima opinione cambiò quasi subito non appena ebbi un iPad, in aprile. Trovandomi in Italia ne dovetti importare uno dagli Stati Uniti, ma sono contento di averlo fatto. Mi fu chiaro che l'iPad aveva il potenziale per sostituire a tempo pieno il mio MacBook, grazie al suo formato e all'incredibile autonomia. L'unico problema era la mancanza di software potente che potesse sostituire OS X. Ho aspettato, usando il più possibile il mio iPad come un computer. E alla fine la mia decisione d'investire ha fruttato: Apple ha reso l'iPad più sottile e più portatile negli anni successivi, ma, più importante, il software è diventato abbastanza potente rendere praticabile l'idea di sostituire OS X nelle attività quotidiane. Guardandomi indietro oggi, direi che i miei primi pensieri dopo aver tenuto un iPad in mano la prima volta erano giusti. Dovevo solo aspettare che il software si sviluppasse.