Per i cinesi l'iPhone 5 è un tributo per celebrare i morti, e così il prossimo quattro aprile lo smartphone Apple diventerà una sorta di simbolo sacro. Quel giorno in Cina è infatti dedicato alla commemorazione dei defunti, e i cinesi bruceranno iPhone di carta in un rituale che, in passato, ha visto passare oggetti di ogni tipo, simbolicamente donati a chi non c'è più.
Il famoso cellulare californiano guadagna quindi una nuova definizione di "oggetto di culto" nel paese asiatico, e questo sta a indicare come l'azienda di Cupertino abbia già creato un segno profondo nella cultura cinese - così com'è accaduto nei paesi occidentali.
Apple Store a Shangai ...
Il governo di Pechino non ne è entusiasta, però. In primo luogo perché vorrebbe evitare che i propri cittadini contribuissero a un inquinamento ambientale che è già ben oltre i livelli di guardia - tanto che in alcune città il gesto simbolico è già stato vietato.
Forse però il divieto riguarda Apple in particolare, che negli ultimi giorni è stata attaccata su più fronti dalle autorità cinesi. C'è la questione mai assopita delle condizioni lavorative, ma non solo: c'è il problema che molti stipulano debiti assurdi per comprarsi un iPhone, e poi spariscono smettendo di pagare. E da qualche giorno i giornali (le cui opinioni generalmente sono quelle del governo) stanno sottolineando come l'iPhone in Cina sia più costoso che in altri paesi, e per di più con garanzie insufficienti.
Secondo il Quotidiano del Popolo, un organo di partito, l'azienda ha un atteggiamento "arrogante", soprattutto perché tende a ignorare i commenti pungenti pubblicati nelle ultime settimane. Il giornale ha pubblicato un editoriale titolato "Abbattiamo l'arroganza senza pari della Apple'', per denunciare comportamenti che, a prima vista, sembrano gli stessi che conosciamo anche in Italia.
Ciliegina sulla torta, l'azienda cinese Zhizhen Network Technology ha denunciato Apple per plagio, perché le avrebbe "rubato" una tecnologia - sviluppata nel 2004 - per creare Siri, e chiederà ai giudici che la produzione e la vendita di iPhone sia bloccata. Il verdetto è atteso per luglio.
... e a Wangfujing
Come da tradizione, Apple non ha commentato i fatti, ma è chiaro che si tratta di una faccenda più che delicata, se si considera che la Cina è il secondo mercato per importanza dopo gli Stati Uniti. Tim Cook (AD Apple) e i suoi avvocati dovranno darsi da fare per evitare ogni possibile problema, anche perché in passato i giudici cinesi non si sono dimostrati teneri con Apple (Apple paga 60 milioni a Proview e si tiene il marchio iPad).