L’Italia è il secondo Paese europeo per numero di stalkerware installati sui dispositivi

nel 2020, Kaspersky ha rilevato in Italia 1.043 casi di software installati sui dispositivi per spiare il partner e 48.500 in tutto il mondo. La società ha sviluppato uno strumento open-source per rilevarne la presenza.

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a cura di Lucia Massaro

L’Italia è il secondo Paese europeo e ottavo a livello mondiale per numero di stalkerware installati sui dispositivi. A rivelarlo è Kaspersky che da gennaio a ottobre 2020 ha rilevato 1.043 casi contro i 1.829 dello stesso periodo del 2019. Nonostante il calo dei casi, il fenomeno non accenna a scomparire non solo nel Bel Paese ma in tutto il mondo. A livello mondiale si parla di ben 48.500 casi contro i 52.000 del 2019, anno in cui si è registrato un aumento del 67% su base annua.

Gli stalkerware sono software che permettono di spiare le persone attraverso i loro dispositivi e spesso vengono utilizzati per controllare il partner. Nonostante i rischi connessi alle moderne tecnologie, le vittime non dovrebbero sentirsi discriminate e smettere di usare i loro dispositivi, sottolinea Kaspersky. “Dobbiamo assicurarci che le vittime possano utilizzare internet, telefoni e dispositivi in tutta sicurezza, affinché siano in grado di rimanere connessi, chiedere aiuto e, soprattutto, decidere liberamente” ha dichiarato Rachel Gibson, Senior Technology Safety Specialist del National Network to End Domestic Violence.

Per celebrare la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e in occasione del primo anniversario dalla fondazione della Coalition Against Stalkerware (nata nel 2019 con l’obiettivo di combattere gli abusi sfruttando la tecnologia favorendo il dialogo tra organizzazioni e community di sicurezza informatica), la società ha sviluppato TinyCheck, uno strumento open-source in grado di rilevare la presenza di stalkerware e spyware su smartphone e tablet senza che l’autore del reato se ne accorga.

TinyChech si basa su Raspberry Pi e utilizzando una normale connessione Wi-Fi, scansiona il traffico in uscita di un dispositivo mobile e identifica le interazioni con fonti malevole note, come i server legati allo spyware. L’obiettivo è quello di aiutare le organizzazioni no-profit, come i service provider, a sostenere le vittime di violenza domestica e proteggere la loro privacy. La prima versione dello strumento è disponibile su GitHub a questo indirizzo.