Meno marketing e più sostanza, i lettori meritano rispetto

Editoriale. Il Mobile World Congress ci ha lasciato con un po' di amaro in bocca, tra novità di poco rilievo e vicende poco onorevoli, chiediamo più rispetto per noi e i nostri lettori.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Dov'è finita la voglia di innovare? Forse è stata sepolta dal marketing, assieme al rispetto per i consumatori. Il Mobile World Congress di quest'anno è stato solo l'ombra delle fiere internazionali di un tempo.

E noi lì in mezzo, a sputarvi addosso piccoli bocconi d'informazione scondita. A raccontarvi dello schermo più grande, del processore più potente, del colore diverso e del prezzo sempre esorbitante. Huawei presenta uno smartphone ancora più grande, o un tablet sempre più piccolo. Sony indice una conferenza stampa e poi invita chi vuole, lasciando fuori molti giornalisti, tra cui i nostri. LG rivede al ribasso la propria offerta. Nokia perde l'occasione per fare il botto nel mercato Android; e così via, con una serie di  bancarelle piene di cose già viste, o quasi.

Samsung è una storia a parte. Organizza un mega evento a un'ora di strada dalla fiera e ci obbliga a stare in coda, in piedi, dalle sei alle otto di sera, in attesa del Galaxy S5.  Per tutto il tempo ci si chiede se sia normale. Per conquistare un posto in prima fila, scatti come Bolt appena aprono le porte. Sveglio dalle sei di mattina, dopo una giornata di corsa tra stand e appuntamenti, video e notizie, ti siedi e ti prepari per dare ai tuoi lettori informazioni in diretta dall'attesissimo - almeno per alcuni - evento della giornata.

Tieni le dita incrociate sperando che la connessione regga, rullo di tamburi ed eccolo finalmente, il nuovo pezzo di plastica nelle mani dello strapagato dirigente coreano. Che si dimentica di accenderlo e lo chiama "Galax". Tutti applaudono, ti chiedi perché, se sia spontaneo o il risultato di "battimani professionisti". Scatti foto, pubblichi sui Social Network, fai quello che i tuoi lettori si aspettano tu faccia, e cerchi un modo per farlo nel miglior modo possibile. Poi scopri che qualcuno l'ha già fatto, che su Internet c'è già chi ha provato il nuovo smartphone e ha già pubblicato la prova in video, ancora prima dell'inizio dell'evento. Ma com'è potuto accadere? Un'esclusiva, ovviamente, concessa a VIP come Engadget o The Verge. Possiamo comprendere le ragioni di questa scelta da parte di Samsung, ma l'azienda avrebbe dovuto avere la decenza di richiedere ai propri prediletti di aspettare la fine della presentazione per la pubblicazione. Che caduta di stile, che scelta maleducata, irrispettosa verso le migliaia di persone e le testate giornalistiche presenti all'evento.

In generale, ci chiediamo che senso abbia. Correre da una stanza all'altra, con un'agenda fitta di appuntamenti impossibili da rispettare, per poi darvi informazioni sommarie perché non c'è il tempo e le condizioni per fare altro. Ma non si tratta di Samsung, non solo almeno. Ma ci va bene così? No, siamo stufi e arrabbiati, vogliamo poter dare ai nostri lettori quello che si meritano, e addormentarci a notte fonda sapendo di aver fatto il nostro dovere nel miglior modo possibile. Non ci accontentiamo di un video registrato in dieci minuti, vogliamo di più, e tutti dovrebbero volerlo. Testate e lettori, ma non i produttori ovviamente che ogni tanto si rifiutano addirittura di lasciarti registrare un video per i fatti tuoi. Avranno qualcosa da nascondere?

Le luci stroboscopiche lasciatele in discoteca, le trombe e i violini nei teatri, dateci tempo e prodotti, fateci fare il nostro lavoro come si deve. Dimezzate i fondi marketing, investite in ingegneri e progettisti. Vogliamo dirlo ad alta voce, tutti dovrebbero volerlo. Chi se ne importa del locale di lusso e del bicchiere di bollicine, dateci una sedia in una stanza ben illuminata, una buona connessione a Internet e il tempo per approfondire e fare informazione di qualità.

Sarà perché sono un bacchettone o perché ho dormito poco e male negli ultimi giorni, o forse perché tutti questi ingredienti, messi assieme, stanno pian piano rovinando il settore più entusiasmante che esista. Rivogliamo le emozioni di un tempo, i prodotti sensazionali, le novità che ti lasciano a bocca aperta e la possibilità di raccontarvele come si deve. Meno marketing, più sostanza.