Il mercato degli occhiali per la realtà aumentata si prepara a vivere una svolta decisiva, con Meta che sembra aver imparato la lezione dal fallimento commerciale del Vision Pro di Apple. Mentre il colosso di Cupertino ha puntato tutto su un dispositivo tecnologicamente avanzato ma dal prezzo proibitivo di 3.500 dollari, l'azienda di Mark Zuckerberg ha scelto una strategia completamente opposta per il suo debutto nel settore. La filosofia alla base è semplice: meglio conquistare il mercato con un prodotto dalle funzionalità limitate ma accessibile, piuttosto che rimanere in una nicchia di elite con tecnologie rivoluzionarie che nessuno può permettersi.
La strategia del prezzo aggressivo
Secondo le indiscrezioni riportate da Mark Gurman di Bloomberg nella sua newsletter Power On, Meta lancerà a settembre i suoi primi occhiali AR commerciali, nome in codice "Hypernova", a un prezzo di 800 dollari. Si tratta di una riduzione del 20% rispetto ai 1.000 dollari inizialmente previsti, una mossa che testimonia la determinazione dell'azienda a penetrare aggressivamente nel mercato. La strategia è chiara: sacrificare i margini di profitto per aumentare la domanda e costruire una base di utenti solida.
Tuttavia, gli 800 dollari rappresentano solo il prezzo base del dispositivo. Personalizzazioni come lenti graduate o modifiche estetiche potrebbero facilmente far lievitare il costo finale, seguendo un modello di business già consolidato nel settore dell'eyewear tradizionale.
Funzionalità essenziali, niente di più
A differenza delle ambizioni totalizzanti del Vision Pro, gli Hypernova di Meta adottano un approccio minimalista che potrebbe rivelarsi vincente. Il dispositivo presenterà un display monoculare limitato a una piccola sezione della lente destra, progettato per mostrare informazioni essenziali come notifiche del smartphone collegato o suggerimenti dell'intelligenza artificiale integrata di Meta. L'interfaccia è stata pensata per non ostacolare il campo visivo dell'utente, risultando visibile solo quando si guarda verso il basso.
Gli occhiali utilizzeranno una versione speciale di Android con alcune applicazioni preinstallate, ma non offriranno supporto per le app Android tradizionali né accesso a uno store dedicato. Questa scelta, apparentemente limitante, potrebbe in realtà rappresentare un vantaggio in termini di semplicità d'uso e durata della batteria.
Il braccialetto neurale: l'innovazione nascosta
L'elemento più intrigante del sistema Hypernova è rappresentato dal braccialetto neurale che accompagnerà gli occhiali. Questo dispositivo utilizza la tecnologia dell'elettromiografia (EMG) per interpretare i gesti della mano e altri movimenti, offrendo un metodo di controllo completamente nuovo rispetto ai sistemi tradizionali. Meta aveva già presentato una versione simile di questo accessorio insieme al prototipo dei suoi occhiali Orion, previsti per il 2027.
In aggiunta al braccialetto, gli Hypernova includeranno anche aree sensibili al tocco sulle aste, fornendo alternative di controllo per diverse situazioni d'uso. Questa doppia modalità di interazione dimostra l'attenzione di Meta nel rendere il dispositivo versatile e adattabile alle preferenze individuali.
La roadmap verso il futuro
Gli Hypernova rappresentano chiaramente un prodotto di transizione nella strategia di Meta per la realtà aumentata. L'azienda sta già lavorando su una seconda generazione con visione binoculare, mantenendo però un'interfaccia simile per semplicità. Questo nuovo modello dovrebbe arrivare nel 2027, stesso anno di lancio previsto per gli Orion, che promettono invece un supporto completo per le applicazioni e un'esperienza immersiva più avanzata.
La strategia di Meta sembra puntare su un'evoluzione graduale del mercato, educando progressivamente i consumatori alle potenzialità della realtà aumentata indossabile senza traumatizzarli con tecnologie troppo complesse o prezzi inaccessibili. Un approccio che, alla luce dei risultati deludenti del Vision Pro, potrebbe rivelarsi la chiave per trasformare gli occhiali AR da curiosità tecnologica a prodotto di massa.