Microsoft vuole far soldi anche con Chrome OS

La casa di Redmond ha siglato un nuovo accordo di licenza con Wistron Corporation, relativo alle sue proprietà intellettuali presenti in Android e Chrome OS. Microsoft inizia quindi a mettere nel mirino anche il sistema operativo online di Google.

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a cura di Manolo De Agostini

Microsoft ha siglato il quarto accordo di licenza in poche settimane (quinto complessivamente) e questa volta ad acquisire la licenza per sfruttare i brevetti della casa di Redmond è Wistron Corporation. Si tratta di un ODM taiwanese, ovvero di un Original Design Manufacturer che realizza prodotti per altre aziende. Potrebbe trattarsi di un accordo veramente vantaggioso per la casa di Redmond, anche se non sono noti dettagli di questa intesa, né tecnici né finanziari.

Fino al 2002 Wistron rappresentava la divisione Design, Manufacturing and Service di Acer. In seguito i due gruppi si sono divisi, diventando legalmente due entità separate. Oggi Acer detiene meno del 5 percento di questa azienda. Grazie a questo accordo Wistron potrà offrire tablet, telefoni cellulari, e-reader e altri prodotti basati su Android o Chrome OS in cambio del versamento delle royalty a Microsoft.

L'elemento di novità rispetto ai precedenti patti è la presenza del nuovo sistema operativo di Google, basato quasi interamente sull'esperienza online legata ai servizi della casa di Mountain View. È la prima volta che in un accordo di licenza rientra il SO di Google, segno che le proprietà intellettuali di Microsoft che riguardano il mondo open sono cruciali, diffuse e radicate.

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Nelle scorse settimane Microsoft ha stretto accordi di licenza con General Dynamics ItronixVelocity Micro e Onkyo. Prima ancora l'azienda di Redmond aveva siglato un patto con HTC, quello più importante (si stima un introito di 5 dollari a dispositivo Android venduto), e ha cercato di fare la stessa cosa con Motorola e Barnes & Noble, ma le due aziende non sono volute scendere a patti, e sono state denunciate.

C'è un altro episodio, di cui non abbiamo conferma, che riguarda Acer e Asus, a cui Microsoft avrebbe chiesto di pagare le royalty per realizzare soluzioni Android e Chrome OS. Al momento però non ci sono notizie né su accordi né su diatribe legali in corso, né è noto se la casa di Redmond abbia bussato anche alla porta di Samsung, l'altra azienda oltre ad Acer ad aver presentato un netbook Chrome OS. 

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Microsoft continua così la sua azione di accerchiamento ai produttori di dispositivi con SO open source, in modo non solo da incassare un gruzzoletto sempre maggiore a "costo zero", ma anche di esercitare una sorta di grande spauracchio verso le aziende del settore mobile.

L'altra possibilità da non ritenere così insensata è che Microsoft usi questi suoi brevetti per spingere i suoi sistemi operativi sul mercato (e frenare la diffusione di quelli di Google), chiedendo ai produttori di adottare Windows Phone o Windows in cambio di royalty inferiori. 

Una strategia che potrebbe essere più che mai "utile" nel 2012, quando la casa di Redmond dovrà necessariamente iniziare a raccogliere frutti dagli investimenti profusi nei settori smartphone e tablet. Chissà se in casa Google stanno studiando qualche contromossa, o semplicemente hanno deciso di non far nulla, visto che per il momento non sono mai stati chiamati in causa da Microsoft (almeno per quanto si sa sinora).