Motorola spalleggia HTC contro Apple sui brevetti

Motorola chiede d'invalidare 11 brevetti che Apple ha già usato come materia di difesa e offesa contro HTC. Se la richiesta del produttore statunitense di smartphone sarà accolta, a goderne ci sarà anche la rivale taiwanese e tutto il mondo Android.

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a cura di Manolo De Agostini

Motorola ha chiesto alla Corte del Delaware d'invalidare undici brevetti Apple. La nuova offensiva del produttore di smartphone contro l'azienda di Cupertino – in seguito alla denuncia delle settimane precedenti: Motorola fa causa ad Apple. iPhone e iPad fuorilegge - potrebbe essere non solo un'ottima mossa di difesa preventiva, ma anche di soccorso alla "collega-rivale" HTC (High Tech Computer).

Gli undici brevetti sono infatti tra le proprietà intellettuali che secondo Apple violerebbero i terminali HTC e, più in particolare, che Android sfrutterebbe senza la necessaria licenza (HTC si difende da Apple, è un gioco di astuzia). La lista delle proprietà intellettuali invise a Motorola è la seguente:

Apple non ha ancora risposto ufficialmente alla causa di Motorola, ma quest'ultima ha comunque deciso di cautelarsi affondando il colpo e chiedendo alla corte di giudicare i brevetti a cui probabilmente l'azienda di Steve Jobs sarebbe ricorsa come prima contromossa. Stando alle parole di Motorola la denuncia contro Apple è stata "inevitabile", seguito di lunghe trattative che le due aziende hanno portato avanti senza arrivare a un accordo.

L'argomento licenze è qualcosa a cui Apple sembra allergica. Mettendo per un attimo da parte considerazioni poco utili su chi abbia ragione o torto, un dato di fatto è che l'azienda guidata da Jobs difficilmente firma a cuor leggero accordi sul tema brevetti con altri produttori. Da una parte ritorna quindi il tema del sistema brevetti statunitense sempre più malato, ma dall'altra emerge la convinzione della casa di Cupertino di non dover niente a nessuno per il proprio successo. Inoltre non si può nemmeno tralasciare il fatto che tutti stanno facendo le pulci ai prodotti di Apple, mossi dal desiderio di partecipare agli introiti in qualche modo oppure di fermarne l'avanzata con ogni mezzo.

Quando si arriverà al VERO scontro finale?

Qualcuno potrebbe dire che questo è il business e non potremmo che concordare, ma ci piacerebbe vedere maggiore competizione nella corsa allo sviluppo tecnologico anziché in un'aula di tribunale. A ristabilire la verità nel muro contro muro tra Apple e gran parte dei produttori storici di smartphone saranno i giudici, a noi non resta che star a guardare e, se ci permettete, scuotere un po' la testa in segno di disapprovazione.