Open Fiber, i sindacati dichiarano lo stato di agitazione

Diverse sigle sindacali hanno dichiarato lo stato di agitazione contro Open Fiber, ritenuta colpevole di non aver risolto problematiche presenti da lungo tempo.

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a cura di Silvio Colombini

La decisione arriva dopo l’incontro tra le parti avvenuto il 27 ottobre, che avrebbe fatto emergere come molte richieste, presenti da tempo, risultino non aver ancora avuto risposta.

Alla base della decisione presa dai sindacati (Slc-Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Ugl con il coordinamento unitario delle Rsu) ci sarebbero situazioni ritenute non più tollerabili e rimaste inascoltate da anni. Nella nota firmata da tutte le sigle partecipanti sono diverse le motivazioni che avrebbero portato alla decisione:

  • La riduzione dei sindacati ad un ruolo di semplice segnalatore di problemi, con relazioni pressoché inesistenti con la compagnia, sia a livello locale che nazionale;
  • Carichi di lavoro eccessivi, che sembrano fare di Open Fiber una “eterna startup";
  • Mancato rispetto del diritto alla disconnessione e degli orari di lavoro nelle giornate di smart-work;
  • Inquadramento dei lavoratori non sempre in linea con le attività effettivamente svolte;
  • Retribuzione e politiche di crescita che non tengono conto delle competenze e della professionalità dei dipendenti;
  • Parco auto in pool che non tiene pienamente conto della sicurezza e del comfort degli utilizzatori costretti, spesso, a percorrere lunghi tragitti su percorsi disagiati;

I sindacati prevedono quindi di effettuare, nei prossimi giorni, assemblee nelle sedi di Open Fiber, così da condividere con i dipendenti dell'azienda i motivi che hanno portato a dichiarare lo stato di agitazione e valutare, in concerto, le future azioni da intraprendere.

Da parte sua Open Fiber, in una nota, ha riconosciuto nei sindacati uno stakeholder da sempre rilevante e centrale e si è detta disposta a voler intavolare un dialogo costruttivo volto a trovare le possibili soluzioni alle problematiche rilevate dai sindacati.

Al di là delle valutazioni sulle azioni e sul reale stato delle cose è indubbio che la proclamazione dello stato di agitazione arriva in un momento decisamente delicato per Open Fiber: allo stato attuale la wholesale company ha attivi quasi 30 diversi cantieri e poco più di un mese fa un rapporto del MiSE aveva rilevato che ci fossero difficoltà da parte dell’azienda nel diffondere la sua connessione veloce.