Niantic ha dato il via ai primi ban per i giocatori che barano con Pokémon GO utilizzando hack, bot e software non autorizzati. Come prevedibile, era solo questione di tempo prima che la software house iniziasse a bloccare permanentemente gli account dei colpevoli.
Sin dalla pubblicazione sono infatti comparsi i primi metodi per catturare Pokémon senza spostarsi di un metro. A partire dalla contraffazione della propria posizione GPS, fino ad arrivare a programmi più complessi che si occupano della gestione totale dell'applicazione senza che il "giocatore" debba muovere un dito. Queste procedure, oltre a togliere tutto il divertimento, sono state subito vietate da Niantic, che vuole mantenere Pokémon GO equilibrato per i giocatori, ma anche redditizio con gli acquisti in-app.
Niantic ha avvisato i giocatori a cui è stato terminato l'account con una semplice mail a cui è possibile appellarsi in caso di errore compilando un apposito modulo, ma se non si riceve alcuna risposta allora non resta altro che iniziare una nuova partita - o cominciarla per la prima volta se son stati gli hack a catturare i Pokémon.
Niantic ha quindi dichiarato guerra ai bari, o meglio alle applicazioni di terze parti in ogni loro forma. Anche il sito Pokévision, che univa Google Maps alla posizione dei Pokémon e risultava utile per pianificare i propri spostamenti senza però fornire nessun aiuto diretto o modifica all'applicazione, è stato bloccato.
Considerando la mole milionaria di dollari che ormai girano attorno a Pokémon GO, è ovvio e giusto che Niantic voglia mantenere il totale controllo della applicazione, soprattutto se legata a una licenza importante come quella dei Pokèmon.