Prezzi stracciati online, grazie all'evasione dell'IVA

Lina24.com (aka newpixel24.com) nascondeva un sistema di società cartiere che permettevano l'evasione dell'IVA e listini stracciati per la clientela.

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a cura di Dario D'Elia

La Guardia di Finanza ha individuato un altro sito e-commerce italiano specializzato nella vendita di smartphone e altri prodotti elettronici che evadendo l'IVA riusciva a offrire listini a prezzo stracciato.Si stimano 60 milioni di euro di fatture irregolari in 5 anni e mezzo di attività. L'illecito profitto sarebbe stato di circa 4,3 milioni di euro.

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Lina24.com (aka newpixel24.com) era gestito da due bolzanini, ma l'operazione "Rambo" del Comando GdF di Livorno ha fatto emergere un vero e proprio sistema di "cartiere" con basi in Toscana, Trentino Alto Adige, Campania ed Emilia Romagna. Il 7 febbraio sono state effettuate 15 perquisizioni in abitazioni, sedi societarie e uno studio commercialistico.

L'Autorità Giudiziaria ha disposto una confisca di oltre 4 milioni di euro, considerando conti correnti, denaro, autovetture e immobili. Una decina di persone è finita sotto indagine, ma a destare sensazione è stato soprattutto l'arresto del presidente della Labronica Basket (Serie C).

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"Gli imprenditori  hanno appositamente costituito ditte individuali e società 'cartiere', con sedi formali tra le province di Livorno, Pisa e Bologna, ma di fatto tutte gestite in via Pera (a Livorno, NdR.)", hanno confermato gli inquirenti. "Le imprese, prive di struttura imprenditoriale, acquistavano ingenti quantità di prodotti hi-tech direttamente dai fornitori comunitari (francesi e tedeschi); in realtà la merce non veniva consegnata alle ditte che avevano effettuato l'ordine, ma direttamente agli effettivi destinatari, beneficiari della frode".

In pratica le società di comodo non saldavano l'IVA delle fatture straniere e ne emettevano altrettante ai partner italiani - abbassando però l'imponibile. In pratica come se fosse stata una vendita in perdita.

"Con l'applicazione dell'Iva al 22% il prezzo complessivo della merce era di poco superiore a quello originario: quindi, i beneficiari ricevevano i prodotti ad un prezzo unitario indebitamente (ed estremamente) concorrenziale, che consentiva loro di collocarsi in una posizione privilegiata sul mercato. Per tutti i soggetti interposti, il meccanismo garantiva, invece, un elevato profitto, rappresentato dall'IVA non versata all'Erario.