Project Ara, dettagli tecnici per lo smartphone modulare

Google ha mostrato Project Ara nel corso della Google I/O. Paul Eremenko, capo tecnico del progetto, spiega le grandi difficoltà del progetto che potrebbe rivoluzionare il settore telefonico.

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a cura di Manolo De Agostini

Project Ara potrebbe rivoluzionare il mondo degli smartphone come li conosciamo e per questo seguirne ogni passo è importante. Il concetto di telefono modulare proposto da Phonebloks e sostenuto da Google potrebbe consentirci in futuro di sostituire lo schermo, la fotocamera e altri componenti hardware semplicemente usando dei blocchi collegati a un unico circuito stampato.

Insomma, avere uno smartphone sempre nuovo senza cambiarlo. Inutile dire quindi che l'accensione del primo dispositivo Project Ara alla Google I/O, la scorsa settimana, abbia rappresentato un piccolo evento già di per sé. E anche se non è andata a buon fine, con un inaspettato blocco, è stata una buona occasione per Paul Eremenko, capo tecnico del progetto, di discutere del progetto e delle difficoltà tecniche di realizzare uno smartphone modulare.

Spiral 1, questo il nome del prototipo, si accende tramite jumper ed è dotato di un FPGA che occupa circa il 70% della scheda. Il suo compito è "implementare una packet-switched network sul dispositivo usando il protocollo industriale MIPI UniPro". A bordo del prototipo un chip Texas Instruments OMAP 4460 (dual-core ARM Cortex-A9). Eremenko ha poi parlato della principale barriera incontrata nello sviluppo: l'overhead. I tecnici hanno riscontrato che non tutto potrà essere modulare, "per via di miniaturizzazione, legge di Moore e il protocollo per lo scambio di dati". Ciò avrà un impatto sull'area del PCB, il peso del dispositivo e il consumo generale.

I moduli saranno ancorati alla scheda attraverso magneti elettropermanenti. I connettori inoltre dovranno avere dimensioni minori, senza perdere la capacità di poter trasportare efficacemente diversi segnali. Anche la batteria, uno dei problemi più importanti degli smartphone moderni, giocherà un ruolo di primo piano. Secondo Eremenko ci sono soluzioni che possono fornire tre volte la densità energetica delle batterie agli ioni di litio, ma le celle hanno una durata di vita troppo bassa. La modularità permetterà di cambiare batteria più spesso, ma la soluzione definitiva sarebbe quella di creare batterie più dense e piccole, fornendo più spazio ai moduli.

E poi c'è la connettività, anch'essa modulare. Si sta pensando di usare la struttura metallica del prodotto per garantirla, ma si parla anche di avvalersi della stampa 3D usando inchiostri conduttivi come parte dell'involucro del modulo. Google però non demorde: i mezzi per superare gli ostacoli tecnici non le mancano. I soldi per investire in nuove soluzioni neppure. Appuntamento al 2015, quando Project Ara diventerà qualcosa di più concreto. A ottobre dovrebbe essere pronta una versione aggiornata del prototipo.