Qualcomm: chip Snapdragon contro i furti di smartphone

Qualcomm sta lavorando a soluzioni hardware per evitare che gli smartphone persi o rubati possano essere rimessi in circolazione come nuovi, se non dal legittimo proprietario.

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a cura di Manolo De Agostini

Perdere uno smartphone, per disattenzione o per un furto, può essere un dramma. Potrebbe infatti contenere informazioni riservate, immagini private e tanto altro. Alcuni sistemi operativi mobile offrono funzioni più o meno solide per bloccare lo smartphone e impedire l'accesso ai contenuti, ma spesso chi entra in possesso del telefono può trovare facilmente un modo per resettarlo e ristabilirne il funzionamento originario.

Impedire tutto ciò potrebbe fungere da deterrente ai furti e in diversi paesi, come alcuni stati degli USA, si parla spesso e volentieri di kill switch, ovvero di misure che rendano gli smartphone smarriti non funzionanti. Qualcomm, in queste ore, ha comunicato l'intenzione non solo di lavorare a una soluzione di kill switch, ma anche di volerla diffondere attraverso i suoi chip.

L'azienda statunitense pensa infatti che l'approccio hardware sia decisamente migliore rispetto a quello software. "È molto più sicuro", ha dichiarato il Senior VP di Qualcomm Raj Talluri a Re/code, ritenendo che il SoC possa essere una barriera difficilmente superabile da coloro che vogliono resettare il telefono alle impostazioni di fabbrica o eseguire il "flashing" del dispositivo con nuovo software.

Qualcomm ha affermato che questa tecnologia hardware farà capolino nei telefoni dal prossimo anno e potrebbe anche essere resa disponibile su smartphone più vecchi. Oltre al supporto hardware Qualcomm dovrà comunque lavorare con i produttori di smartphone e gli operatori per diffondere la tecnologia. Le trattative su come procedere sono in corso, assicura Talluri.

Sul proprio sito il produttore dei chip Snapdragon afferma che la tecnologia - o parte di essa - si chiamerà Qualcomm SafeSwitch e permetterà di bloccare da remoto gli smartphone, e poi sbloccarli una volta ritrovati. "I comandi sono verificati via hardware rendendo i potenziali attacchi meno efficaci", si legge sul sito. E sempre in termini di sicurezza, l'azienda sta lavorando - in  accordo con la FIDO (Fast IDentity Online) Alliance - anche nel settore biometrico per offrire metodi di autenticazione tramite caratteristiche biologiche o comportamentali.