Qualcomm Snapdragon 818, dieci core e la nuova GPU Adreno 532

Secondo fonti non ufficiali tra i prossimi SoC Qualcomm c'è lo Snapdragon 818, un modello a 10 core con architettura a triplo cluster del tutto simile al Mediatek Helio X20. Non si sa ancora quando sarà effettivamente disponibile ai produttori di smartphone.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Qualcomm starebbe lavorando allo Snapdragon 818, un processore a 10 core non troppo diverso dal Mediatek Helio X20 (MT6797) di cui abbiamo parlato qualche giorno fa. Unisce quattro core Cortex-A53 a 1,2 GHz, due A53 a 1,6 GHz e quattro Cortex-A72 a 2 GHz per le massime prestazioni.

818

Un design a tre cluster come quello di Mediatek quindi, ma con frequenze di riferimentoun po' più basse, visto che per l'Helio X20 sono indicati 2,3/2,5 GHz per gli A72, 2 GHz per gli A53 "medi" e 1,4 GHz per gli A53 meno veloci.

Quanto alla GPU pare che lo Snapdragon 818 integrerà l'inedita Adreno 532, e come lo Snapdragon 810 sarà compatibile con la memoria LPDDR4. Quest'ultimo è sicuramente qualcosa di meglio rispetto alla compatibilità LPDDR3 dell'Helio X20, mentre resta da vedere come si confronterà la GPU con la Mali-T880 del processore Mediatek.

A favore del processore Qualcomm, poi, dovrebbe esserci anche più veloce connettività LTE Cat-10, mentre l'Helio X20 è un Cat-6. Come sempre in questi casi è doveroso attendere l'ufficialità da parte del produttore per trarre eventuali conclusioni.

Per il momento tuttavia sembra proprio che questa nuova architettura a 10 core sarà la prossima protagonista del mondo mobile, e questo potrebbe significare tanto prestazioni migliori quanto una migliore efficienza energetica. Vale a dire smartphone capaci di gestire meglio anche le attività più impegnative - vedi videogiochi o editing video - ma anche di consumare molto poco quando usati come normali telefoni.

A questo dobbiamo poi aggiungere naturalmente una sempre più massiccia diffusione di ricarica veloce e senza fili, soluzioni che compensano i limiti delle batterie attuali. Il risultato dovrebbe comunque essere una maggiore autonomia, o almeno si spera.