Marshmallow, batteria e autonomia

Android 6.0 Marshmallow porta con sé tante novità interessanti, tra cui la gestione integrata delle impronte digitali e strumenti per prolungare l'autonomia dello smartphone e del tablet. Scopriamo insieme pregi e difetti di questa nuova versione di Android.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Marshmallow, batteria e autonomia

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Google cerca da tempo di migliorare l'autonomia degli smartphone Android e risolvere i problemi grandi e piccoli che sono emersi nel tempo; con ogni versione di Android sono arrivati nuovi e migliori strumenti, ma spesso anche un nuovo problema. Per esempio, molti strumenti richiedono un lavoro agli sviluppatori, che devono integrarli nelle proprie app, e questo non accade sempre. Con Android 6.0 Google cerca di cambiare approccio, e assicurarsi che le applicazioni si comportino nel migliore dei modi per quanto riguarda il consumo energetico.

App Standby

La maggior parte delle nostre applicazioni si collega a Internet, ma non tutte sono rispettose nel decidere quando controllare se ci sono nuovi dati da mostrarci. Se non aprite da qualche ora l'applicazione dei risultati sportivi, ci sono buone probabilità che al momento non v'interessi controllarli ogni due minuti. Ecco perché con App Standby Google interviene d'ufficio, se il telefono non è in ricarica, e limita la frequenza con cui un'applicazione si può collegare a Internet, se non l'avete usata di recente.

doze marshmallow

Ciò non cambia il modo in cui interagiamo con l'applicazione o il modo in cui essa ci mostra le informazioni. Non appena la apriamo, infatti, tutto torna a funzionare normalmente. Inoltre, se si tratta di un'applicazione che mostra notifiche continue nel lockscreen o nella barra delle notifiche, Android non la ostacolerà. Questa eccezione è pensata per quelle applicazioni che funzionano soprattutto in background, anche ore dopo che le abbiamo effettivamente aperte; si potranno collegare solo una volta al giorno a meno che il telefono non sia in ricarica oppure si apra l'applicazione.

Doze

È frustrante prendere in mano il telefono o il tablet dopo averlo lasciato indisturbato per ore, e scoprire che ha consumato il 20% della ricarica senza fare nulla. La nuova funzione Doze di Google affronta questo problema, e forza diverse politiche di attività quando il telefono è scollegato dal cavo e inattivo per lunghi periodi di tempo.

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Se poggiamo il dispositivo e non lo tocchiamo per un po', Doze impone dei limiti all'attività delle applicazioni. Il sistema sostanzialmente viene messo a dormire, e Android ignora la maggior parte delle applicazioni che tentano di risvegliarlo – e blocca l'accesso ai dati 3G/LTE o Wi-Fi, tranne che per funzioni essenziali come il telefono. Tutto eccetto le parti fondamentali del sistema operativo viene messo a riposo, tranne che in occasionali momenti di mantenimento, quando alle app è concesso connettersi e cercare un aggiornamento.

Gli effetti positivi di Doze sono immediatamente visibili, e miglioreranno con il tempo. Si possono già vedere, in Gestione Batteria, i lunghi periodi di inattività durante i quali nulla ha potuto consumare energia. Google poi ha strumenti specifici che gli sviluppatori possono usare per adattare le proprie applicazioni a Doze ed App Standby, così da rendere più fluido il passaggio dalla piena attività al risparmio energetico.

Effetto sull'uso reale

Sulla carta i nuovi strumenti per aumentare l'autonomia sono fantastici, ma qual è il loro vero impatto? Abbiamo provato Android 6.0, e per ora la gestione energetica, quando si usa il telefono, non ha né gloria né infamia. Navigare il web, giocare, controllare la posta, sono tutte cose che consumano energia come prima. App Standby riduce le possibilità che un'applicazione in background controlli di continuo Internet consumando la batteria, ma è Doze che ha il potenziale maggiore per ottenere qualche minuto in più di autonomia.

Doze, senza dubbio, fa esattamente ciò che promette Google. La cronologia dei consumi integrata in Android mostra quanto poco consumi il dispositivo quando questa funzione è attiva, e come il sistema operativo si svegli a intervalli regolari per permettere a certe applicazioni di collegarsi, prima di rimettersi a dormire. Abbiamo provato con il Nexus 9 Wi-Fi, che generalmente consuma l'8% della batteria in una notte, con Android 5.1.1; con Android 6.0 ora il consumo è meno dell'1%. Lo stesso accade con il Motorola Nexus 6, che durante la notte consuma il 3% con la connessione dati attiva, invece del 15% precedente – nelle stesse condizioni.

Google ha fatto un buon lavoro nel portare in Android 6.0 notevoli miglioramenti dell'autonomia, ma l'effettivo risultato dipenderà molto da come usate il telefono. Chi lo lascia spesso da parte senza toccarlo noterà una grande differenza – se anche solo lasciate da parte il telefono per guardare un film, il risparmio di batteria nella giornata sarà notevole.