SIRI, ARKit

La versione definitiva di iOS 11 è stata rilasciata ufficialmente ieri sera. Un'analisi di tutte le novità introdotte da Apple, con il machine learning che sembra il nuovo perno di sviluppo del sistema operativo.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Apple è stata la prima grande azienda produttrice di telefonia a proporre un assistente vocale mainstream. SIRI si è mostrato fin da subito un sistema estremamente evoluto, ma la sua evoluzione si è rallentata nel corso degli anni, consentendo ad aziende come Google, Amazon e Microsoft di recuperare terreno e, secondo alcuni, anche di superare l'azienda di Cupertino in quest'ambito.

Nell'ultimo anno però lo sviluppo di SIRI è coordinato dalla divisione software diretta da Craig Federighi, la stessa che, ad esempio, ha sviluppato nel corso degli anni macOS e iOS. Una decisione presa nella logica di integrare ancora di più l'assistente con l'ecosistema della mela.

iOS 11

Esattamente come avvenuto con App Store, passato recentemente sotto la direzione di Schiller, anche per i benefici che Federighi porterà in dote a SIRI occorrerà un pò di tempo. iOS 11 è stato però rilasciato, e questo accelererà sicuramente lo sviluppo.

Le nuove funzionalità includono comunque una voce più naturale con inflessioni e intonazioni apprese grazie al machine learning. È stata anche introdotta la funzione "Traduzione Istantanea",  che consente di chiedere all'assistente la traduzione di una determinata frase in tempo reale. Disponibile inizialmente in tedesco, francese, cinese e in italiano. 

Il nuovo strumento SiriKit include la gestione delle attività e il pagamento delle fatture. Le applicazioni possono usarlo per accedere all'assistente vocale e fornire funzionalità basate su una vasta gamma di azioni. Peccato per l'assenza di compatibilità, in questa funzione specifica, con Spotify e Netflix, cosa che probabilmente sarà introdotta in futuro.

iOS 11

L'interfaccia Suggerimenti è stata inoltre ampliata per includere il testo in Safari, le storie di Apple News e lo stato dei voli. C'è anche una nuova animazione SIRI nella parte inferiore dello schermo. Graficamente è stato adottato a piene mani il principio della rotondità, un pò come già visto su HomePod.

L'aspetto su cui Apple dovrà lavorare è senza dubbio l'incogruenza delle risposte fornite da SIRI. Il margine di errore è sicuramente molto basso, ma è chiaro che la strada verso l'eccellenza passa inevitabilmente verso la completa eliminazione di questa piccola criticità. Pane per i denti di Craig Federighi e del suo team.

ARKit

A differenza di Google (che ha inizialmente rilasciato il prototipo dei Glass e successivamente una piattaforma basata su smartphone chiamata Tango) e Microsoft (che ha introdotto gli HoloLens), Apple ha deciso di puntare subito sulla piattaforma software, presentando appunto ARKit.

Sfruttando la popolarità di iPhone e iPad, l'azienda di Cupertino mira a una rapida diffusione di ARKit. Non a caso, è proprio a questo strumento che è stata affidata la gestione della mappatura dei volti con la True Depth Camera di iPhone X, ovvero la funzionalità alla base del tanto discusso Face ID.

iOS 11

Tutto questo consente agli sviluppatori di creare interessanti esperienze AR, senza dover mettere in piedi tutta l'infrastruttura. Un enorme vantaggio nella logica di velocizzare la diffusione di questo strumento.

Abbiamo avuto la possibilità di provare alcune applicazioni create con ARKit, ovviamente ancora in fase di sviluppo. Le potenzialità sono evidenti, così come appare evidente l'acerbezza. Come per qualsiasi struttura che Apple presenta prima dei prodotti e del software consumer, ci vorrà un pò di tempo per migliorare e rendere funzionale la realtà aumentata applicata ai dispositivi della mela.