Recensione LG G Watch, si ricomincia da Android Wear

G Watch è il primo smartphone di LG basato su Android Wear, la nuova versione del sistema operativo per dispositivi indossabili.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

LG G Watch

 

G Watch è il primo smartphone di LG basato su Android Wear, la nuova versione del sistema operativo per dispositivi indossabili. Non particolarmente prezioso esteticamente, permette di controllare le notifiche dello smartphone e inviare comandi vocali.

CONTRO: non cambia realmente il modo in cui si usa lo smartphone, il riconoscimento vocale non funziona sempre soprattutto in ambienti rumorosi, poteva essere curato maggiormente esteticamente, la durata della batteria non supera i due giorni, costa 200 euro.

VERDETTO: G Watch è il primo smartwatch di LG basato su Android Wear. Non è dotato di particolari personalizzazioni e di conseguenza mette a disposizione tutte le funzioni della nuova versione Android per wereable, senza andare oltre. Si tratta di un'implementazione accademica di Wear, un OS in fase di evoluzione. Esteticamente non è particolarmente attraente, la batteria dura dai due ai tre giorni, in base alle impostazioni. Il sistema di riconoscimento vocale funziona in ambienti non troppo rumorosi e dopo aver imparato come "rivolgersi" allo smartwatch. Oggi il G Watch non fa una reale differenza al modo in cui s'interagisce con lo smartphone.

Recensione

Dopo tentativi più o meno raffazzonati per creare uno smartwatch che sia realmente utile, Google è scesa in campo con Android Wear, una versione del suo sistema operativo progettata per dispositivi indossabili.

I cosiddetti "wereable" vivono oggi in una sorta di limbo, da una parte ci sono successi come il Pebble, smartwatch nato da una start-up che è riuscito a conquistare il cuore degli appassionati grazie a uno sviluppo indipendente che offriva compatibilità estesa, un prezzo contenuto e una durata della batteria decente. È certamente lo smartwatch di maggior successo del momento, affiancato da tanti tentativi da parte di grandi aziende che, chi più, chi meno, hanno deluso.

Samsung è quella che si è esposta di più, e dopo un primo prodotto (Galaxy Gear) decisamente fuori mercato, sia per funzioni che compatibilità e prezzo, ci ha riprovato con il Gear 2, che ha sistemato molte lacune del primo prodotto, ma che ancora non ha fatto breccia nel cuore degli appassionati. È forse il Gear Fit, quello che si è presentato più come fitness band anziché smartwatch, a essere il prodotto più interessante - se proprio dobbiamo scegliere. Avendo aspettative minori, l'impressione generale è stata migliore. Ma probabilmente questo giudizio è, in buona parte, soggettivo, quindi non condivisibile da tutti.

E poi c'è Apple, che dopo aver assistito a un flop dietro l'altro dei concorrenti, ha tirato un sospiro di sollievo e si è presa tutto il tempo necessario. D'altronde sono quasi due anni che si parla dell'iWatch, e se tutto va bene, fra qualche mese lo vedremo. Quello in cui si prepara a sbarcare Apple non è un mercato difficile, dato che non c'è ancora un vero concorrente, quello che vorrebbe diventare Google stessa con Android Wear.

Come se la cava quindi questo "mini-sistema operativo"? È da qualche settimana che usiamo il G Watch di LG, basato appunto su Android Wear, che è in grado di offrire un'esperienza d'uso pari a quella di altri presenti e futuri modelli che saranno basati su questa distribuzione "stock".

Requisiti tecnici

Per usare Android Wear è necessario un dispositivo basato su Android 4.3 e una connessione Bluetooth - meglio se 4.0le. Ecco quindi un primo punto a favore di Wear, che apre la compatibilità a una grande fetta di smartphone Android, nuovi o vecchi di qualche anno.

G Watch integra uno schermo IPS da 1.65" con risoluzione di 280x280 pixel, 4 GB di spazio d'archiviazione e 512 MB di memoria RAM. Il cuore del sistema è un processore Qualcomm Snapdragon 400, un dual core da 1.2 GHz, una piattaforma potente se consideriamo il tipo di prodotto. SoC simili sono usati negli smartphone, e considerando la dimensione dello schermo del G Watch e la tipologia d'attività, la potenza non sarà certo un problema.

Ovviamente è dotato di connettività Bluetooth 4.0le, dove "le" sta per "Low Energy", che dovrebbe minimizzare i consumi energetici, sia per se stesso sia per lo smartphone con cui lo si userà.

Non mancano una serie di sensori, che verranno usati sia per l'interazione sia per l'uso di applicazioni per il fitness. C'è anche un motorino per la vibrazione e un microfono, essenziale per i comandi vocali. Non c'è per un altoparlante.

Estetica

Diciamolo, G Watch non vincerà alcun premio di bellezza. Rispetto al Gear Live di Samsung, l'altro smartwatch già disponibile, o al Moto360, il futuro smartwatch di Motorola, G Watch sembra un prodotto di classe inferiore.

Costruito in plastica, cinturino in gomma, è spesso quasi 1 cm. Non ha tasti, solo dei connettori nella parte posteriore per la ricarica della batteria. Nella confezione è incluso il supporto per la ricarica della batteria, un modello magnetico, molto comodo da usare.

Installazione

Abbiamo già detto quali sono i requisiti per il corretto funzionamento, ma non basterà estrarlo dalla scatola e metterlo al polso per usarlo, dovrete prima scaricare dal Play Store l'apposita applicazione "Android Wear" che si occuperà del pairing tra smartphone e smartwatch. Non dovrete quindi effettuare un abbinamento classico come per altri dispositivi Bluetooth, ma affidarvi a questa applicazione.

Inoltre, dovrete anche procedere all'aggiornamento di alcune applicazioni per poter comunicare in maniera corretta con lo smartwatch. Niente di tragico, serve solo un po' di pazienza e alcuni minuti per aggiornare l'applicazione.

Cosa permette di fare?

G Watch, ma più in generale Android Wear, è una sorta di Google Now evoluto, oltre alle applicazioni. Cerca di proporre dei messaggi contestuali a quello che fate e dove vi trovate, ma la sua efficacia dipende molto da quello che fate. È difficile dare un giudizio in questo senso, ma è semplice capire se vi sarà utile o meno. Il test è semplice: quanto usate le notifiche automatiche di Google sullo smartphone? Se la risposta è poco o niente, passiamo all'interazione diretta con le applicazioni.

Prima di tutto vediamo cosa potrete modificare dal menù impostazioni. Potete decidere se tenere lo schermo sempre attivo o spegnerlo, regolare la luminosità, spegnere/accendere/riavviare il dispositivo e cambiare il quadrante.

Tutte le notifiche che ricevete sullo smartphone ora le riceverete sullo smartwatch, e sarete avvisati da una leggera vibrazione o dall'accensione dello schermo (potete impostare il comportamento nelle opzioni). In verità non proprio tutte le notifiche, dipende se l'applicazione che invia le notifiche è compatibile con Google Wear. Ma se non lo è ancora, molto probabilmente lo sarà presto.

Quando ricevete un SMS o una mail di Gmail, o una notifica di Facebook, potrete scorrerle in verticale. Quando ci saranno più notifiche, comparirà un "+" seguito da un numero sotto alla notifica, e potrete espanderle con un tocco. La navigazione orizzontale serve per eliminare la notifica o accedere a funzioni aggiuntive. Per una mail, ad esempio, potrete decidere se rispondere, archiviarla o visualizzarla sul telefono, e più o meno queste sono le interazioni che avrete con Android Wear, almeno per ora.

Per il resto si comporta come un secondo schermo, quindi vi guida durante una navigazione, vi mostra le informazioni meterologiche, tiene traccia dei passi che fate, vi mostra l'andamento della borsa, informazioni sui trasporti pubblici o visualizza il QR Code della vostra carta d'imbarco. Ma l'interazione maggiore non avviene con le mani.