Robot lavoratori, uomini disoccupati: chi comprerà?

Robot e automatizzazione mettono a serio rischio i posti di lavoro. Foxconn e Adidas puntano forte sui robot per contenere i costi e spostare la produzione.

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a cura di Manolo De Agostini

C'è poco lavoro, molti giovani sono disoccupati e chi ha un impiego va in pensione sempre più tardi. In Italia il tasso di disoccupazione registrato a marzo è stato pari all'11,4%, in calo di 0,3 punti percentuali su febbraio ma comunque una cifra ancora troppo elevata. Per questi grandi problemi del mondo del lavoro al momento non si vede una via d'uscita chiara e, guardando al futuro, c'è da stare ancora meno sereni: i chiari di luna sono pochi.

Sempre più aziende, infatti, si stanno affidando all'automatizzazione per velocizzare la produzione, ridurre i costi, aumentare la sicurezza. Foxconn, produttore di elettronica e fornitore di Apple e Samsung, ha sostituito circa 60.000 dipendenti con dei robot.

foxconn impianto

Un ufficiale del governo cinese, parlando al South China Morning Post, ha spiegato come in un impianto la forza lavoro sia stata ridotta da 110 mila a 50 mila unità. "Sempre più aziende seguiranno questa strada", ha aggiunto. Foxconn, interrogata in merito dalla BBC, ha confermato di aver automatizzato molti passaggi produttivi ma ha negato che ciò significhi una perdita di posti di lavoro sul lungo periodo.

"Stiamo applicando l'ingegneria robotica e altre tecnologie produttive innovative per le operazioni ripetitive svolte in passato dai dipendenti. Attraverso la formazione consentiamo ai nostri impiegati di focalizzarsi su elementi a più alto valore aggiunto del processo di produzione, come la ricerca e sviluppo, il controllo dei processi e della qualità".

Ciò che Foxconn però non dice - e forse non vuole dire - è che per quanto si possa istruire personale ad acquisire competenze, non è possibile spostare migliaia di addetti alla produzione in posizioni di maggiore responsabilità. Non tutti hanno le capacità e i posti di lavoro sono limitati.

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Gli economisti hanno già avvisato più volte di come l'automazione influenzerà il mercato del lavoro, con un rapporto, redatto da consulenti Deloitte in collaborazione con Università di Oxford, che suggerisce che il 35% dei posti di lavoro è rischio nei prossimi 20 anni.

L'automazione però non riguarda solo l'ambito tecnologico ma tutta l'industria. Adidas, per esempio, ha annunciato che produrrà scarpe in Germania in grandi volumi nel 2017, affidandosi per la produzione in larga parte ai robot. L'azienda ha intenzione di aprire uno stabilimento simile il prossimo anno negli Stati Uniti.

L'azienda tedesca sembra quindi voler tornare in patria, ma con un occhio ai costi. Nel 1993 aveva chiuso 9 impianti su 10 in Germania per spostare gran parte della produzione in Asia, in particolare Cina e Vietnam. Robotica e automazione però abbassano i costi e questo permette ad Adidas di portare la produzione più vicino ai propri clienti, riducendo i tempi di spedizione.

cerco lavoro

Allo stesso tempo l'azienda inizia a svincolarsi dall'Asia, dove i lavoratori stanno lottando per avere stipendi maggiori. La "Speedfactory" è situata ad Ansbach, e dopo la produzione dei primi 500 prototipi di scarpe entro l'anno inizierà a produrre il prossimo anno.

Questo impianto, insieme a quello statunitense, dovrebbe arrivare a produrre almeno un milione di paio di scarpe entro i prossimi due anni. Lo scenario si prefigura quindi non dei migliori, ma soprattutto viene da chiedersi: con la diffusione sempre più massiccia di robot - lavoratori e la perdita di posti di lavoro umani, chi acquisterà i beni i prodotti? I governi di tutto il mondo hanno una gran bella gatta da pelare.