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a cura di Alessandro Crea

Il mercato degli smartphone sta cambiando e così anche quello del lavoro, è normale dunque che Samsung possa pensare a una ristrutturazione parziale dei propri stabilimenti per mantenere i profitti intatti. Stando infatti ad alcune indiscrezioni riportate da Reuters, l'azienda sudcoreana starebbe valutando di chiudere uno dei due impianti produttivi in Cina, specificamente quello di Tianjin, nel nord del Paese. Alla base ci sarebbero i costi del lavoro crescenti e un crollo delle vendite, soprattutto nello stesso Paese del dragone.

Appena 5 anni fa infatti l'azienda sudcoreana possedeva il 20% del mercato locale, mentre oggi è scesa sotto all'1%, soprattutto ad opera di Huawei, Xiaomi e altri brand cinesi, che riescono a proporre prezzi più bassi. Se a ciò aggiungiamo anche una crescita del mercato smartphone sempre più lenta negli ultimi anni e vendite traballanti per i nuovi Samsung Galaxy S9 (quì la nostra recensione), che hanno portato l'azienda a presentare recentemente la trimestrale con la più lenta crescita dei profitti da più di un anno a questa parte, il quadro è completo.

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Photo credit - TKKurikawa/Depositphotos.com

Samsung del resto ha già investito per tempo nella realizzazione di altri stabilimenti produttivi in nazioni in cui il costo del lavoro è in grado di garantire un maggior margine di profitto e dove l'economia in crescita assicura nuovi mercati potenziali ancora da esplorare, soprattutto in Vietnam e in India.  Basti pensare che in India di recente è stato inaugurato quello che è il più grande impianto mondiale di produzione di smartphone, mentre le due fabbriche in Vietnam producono complessivamente 240 milioni di smartphone l'anno, contro i 108 milioni realizzati nei due impianti cinesi (rispettivamente da 72 e 36 milioni di smartphone).


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