Schermo Leia per smartphone: ologrammi da Guerre Stellari

Leia Display procede a ritmo spedito verso la realizzazione di schermi olografici portatili.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Si chiama Leia l'azienda (leiadisplay.com) che monterà sugli smartphone proiettori come quelli di Guerre Stellari. Un nome che è tutto un programma, visto che è quello della principessa protagonista della prima trilogia (vedi anche Star Wars, guida per principianti): nel film del 1977 il suo ologramma tridimensionale ha creato una vera e propria icona culturale.

Leia, nata in seno ad HP Labs, aveva mostrato un primo prototipo già l'anno scorso, ma ora ha un modello a colori e si sta già preparando per la fase di commercializzazione. L'idea è sempre quella di creare un'immagine 3D attorno alla quale si possa "girare" come fosse un oggetto effettivamente presente nella stanza.

"I ricercatori", scrivevamo l'anno scorso, "hanno modificato uno schermo LCD, usando una trama in scala nanometrica per creare punti chiamati pixel direzionali, ognuno dei quali indirizza la luce in una direzione diversa. Ogni pixel direzionale si compone a sua volta di tre punti - rosso, blu e verde - ognuno dei quali può mandare la luce in una direzione specifica. Questa passa successivamente attraverso una normale struttura a cristalli liquidi (LCD), e in questo modo si viene a creare l'immagine definitiva".

Chiave di tutto è la diffrazione della luce, gestita con estrema precisione per ogni pixel. A completamente del sistema c'è anche un pannello di retroilluminazione a LED, anch'esso prodotto da Leia. L'integrazione con sensori come il Leap Motion, poi, permette anche una certa interazione - per ora limitata.

David Fattal, creatore del progetto e AD di Leia, sottolinea la grande efficienza del sistema: le immagini sono ben visibili a più osservatori senza bisogno di occhiali, e non è necessaria molta potenza hardware per farlo funzionare - nonostante ogni singolo pixel vada proiettato una volta per ognuno dei 64 punti di vista possibili.

Quest'ultimo dettaglio fa sì che la risoluzione sia un problema ma, sempre secondo Fattal, con schermi ad altissima densità come quelli degli smartphone moderni (fino a 500 PPI) si può ragionevolmente rinunciare a qualcosa per creare l'ologramma.

Quanto all'input, Leia ha creato un prototipo usando 64 videocamere per riprendere il soggetto, una per ognuno dei punti di vista. Ognuna "mappa direttamente uno dei 64 set di pixel del display", spiega David Cardinal su ExtremeTech, "così serve pochissima elaborazione d'immagine. In questo modo Leia può creare uno schermo 3D interattivo in tempo reale", come quello che vediamo nel video di prova.

Leia sta già spingendo per un'integrazione di questo sistema negli smartphone, ma anche nella domotica, nella tecnologia ospedaliera, nelle auto e in altri ambiti. Non mancano nemmeno gli strumenti per gli sviluppatori per la conversione di oggetti WebGL.