Sciopero TIM, adesione al 70%. I sindacati: "la politica non può continuare a far finta di nulla"

Nella giornata di oggi il 70% dei lavoratori di TIM ha aderito ad uno sciopero generale contro l’ipotesi dello ‘spezzatino’. «La politica non può continuare ad ingnorarci».

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a cura di Umberto Stentella

I dipendenti della TIM sono sul piede di guerra. Nella giornata di oggi il 70% dei lavoratori ha aderito ad uno sciopero generale contro l’ipotesi dello ‘spezzatino’, come viene chiamata dalle sigle sindacali, ossia lo scorporamento della società.

Due nuove società creata ad hoc: da una parte NetCo, che si occuperà della gestione delle reti, dall'altra ServiceCo, che prenderà in carico i servizi ai privati e alle aziende. La presentazione del piano industriale è attesa per il prossimo 2 marzo. Insomma, il tempo ormai sta per terminare.

Oggi Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil erano in piazza con centinaia di lavoratori della TIM. "Lo sciopero ha avuto una adesione molto alta, continuiamo la mobilitazione con gli incontri con le forze politiche per protestare contro lo spezzatino", dichiara Giorgio Serao della segreteria Fistel Cisl. Che continua: "La frammentazione dell'azienda rappresenta una mera operazione finanziaria per vendere asset e ristorare gli azionisti delle perdite di questi anni".

In ballo ci sono 40.000 lavoratori a rischio esubero. Nel frattempo i sindacati rivendicano l’ampia adesione allo sciopero. «La politica non può continuare a far finta di nulla», dice Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc Cgil.

Domani i sindacati incontreranno Matteo Salvini. Non è una scelta casuale, i sindacati hanno nel mirino proprio il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, in quota Lega.

"Sulla vicenda Tim abbiamo la sensazione che il Governo e il ministro Giorgetti siano in letargo: aspettiamo che battano un colpo. Glielo chiediamo noi, ma soprattutto i 42mila dipendenti dell’azienda e gli altrettanti dell’indotto: 80mila famiglie che hanno diritto a vedere garantiti i livelli occupazionali e il loro futuro" dichiara il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri.

E anche Aiip, l’associazione che rappresenta gli internet provider, interviene contro la proposta di coinvestimento presentata dai vertici di TIM all'AGCOM a gennaio:

"Il vero coinvestimento presuppone una effettiva co-determinazione, da parte degli operatori che vi partecipano, delle attività di sviluppo infrastrutturale sui territori. Quanto invece proposto da Tim non si differenzia in ultima analisi da un mero affitto, o da una vendita di risorse passive in forme sostanzialmente analoghe a quelle esistenti da decenni nel nostro mercato, a cui viene dato il nome di ‘coinvestimento’ al solo fine di liberare l’ex monopolista dai propri obblighi regolatori" ha detto il Presidente di Aiip, Giovanni Zorzoni.
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