Selfie: ne scattiamo 93mln al giorno, oltre 1000 al secondo

Per Giovanni Stanghellini, autore del libro "Selfie - Sentirsi nello sguardo dell'altro", è il sintomo di un disagio che porta a esistere solo attraverso lo sguardo altrui.

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a cura di Lucia Massaro

Se ne scattano 93 milioni al giorno, oltre 1000 al secondo. I selfie sono diventati una vera e propria ossessione che porta alcuni a riconoscere sé stessi solo attraverso lo sguardo degli altri. A spiegarlo all’ANSA è Giovanni Stanghellini del Dipartimento di Scienze Psicologiche, della Salute e del Territorio dell'Università di Chieti e autore del libro "Selfie - Sentirsi nello sguardo dell'altro".

Per Stanghellini, si tratta di un disagio diffuso della nostra epoca che porta a “esistere” solo se osservati dagli altri. "Il sé, insomma, 'prende corpo' solo attraverso lo sguardo dell'altro, solo perché qualcuno guarda il mio selfie" - spiega l’autore - “lo smartphone, che consente un numero illimitato di selfie in ogni istante della vita, non è un semplice dispositivo tecnologico estrinseco rispetto al corpo di una persona, come poteva essere una macchina fotografica, è una vera e propria protesi integrata nei nostri corpi, ormai così indispensabile che per molti di noi è difficile immaginare la propria esistenza in assenza di essa.

Il Cogito, ergo sum di Cartesio lascia spazio al Videor, ergo sum: sono visto, quindi sono. Per lo studioso, il nostro corpo può essere sentito e visto, come attraverso lo specchio, ma possiamo anche “sentirlo quando è oggetto dello sguardo altrui”. È questa terza modalità che prende spazio nei selfie, gli autoscatti diventati ormai un elemento costante nella vita di molti. Insomma, per Stanghellini, il selfie è diventata un’ossessione che in alcuni casi potrebbe sfociare in una vera e propria dipendenza.

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