Siete pronti per un mondo connesso? Manca poco

4G, 5G, carrier aggregation, tutte parole che portano verso una convergenza delle reti, per un mondo connesso.

Avatar di Andrea Ferrario

a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Quando si pensa a Qualcomm vengono in mente i processori per smartphone e tablet, ma l'azienda è molto attiva anche nel campo delle telecomunicazioni. Wi-Fi e connettività mobile sono qualcosa che si da per scontato, ma la quantità di soluzioni al vaglio dell'azienda sono innumerevoli, e non servono solo a aumentare la velocità, quanto a migliorare l'esperienza.

Prima il 3G, poi il 4G a 150 Mbps, poi 300 Mbps e ora si parla di 450 e 600 Mbps o velocità ancora superiori. I commenti più immediati, se siete italiani, riguardano la scarsa copertura, quindi è inutile avere velocità superiori se tanto la copertura è scarsa. Qualcuno invece potrebbe interrogarsi sulla necessità di avere velocità così elevate in movimento. Ebbene, bisogna uscire dall'idea che vede gli smartphone e la connettività mobile come un'unica cosa. Oggi il 4G, e domani il 5G rappresentano per tutti noi l'opportunità di migliorare la connettività, sotto tutti gli aspetti.

Qualcomm Roberto Di Pietro

Roberto Di Pietro, Qualcomm

Durante il MWC abbiamo chiacchierato con Roberto Di Pietro di Qualcomm, approfondendo appunto questo argomento. La parola che è uscita più volte durante l'intervista è "carrier aggregation", cioè la possibilità di aggregare le molte bande di comunicazione con lo scopo di raggiungere differenti risultati. Il più ovvio è quello della velocità, usare più bande contemponearamente significa raggiungere una velocità di picco superiore. Il meno ovvio è quello di mettere i dispositivi in condizione di usare le bande migliori in base a dove si trovano. Entra in gioco quindi la copertura del territorio. Poter accedere a più bande significa avere più chance di collegarsi alla rete, cosa molto importante soprattutto per un paese geograficamente difficile come l'Italia. Oggi i chip disponibili permettono di aggregare fino a due bande, e i nuovi modelli permetteranno di arrivare a tre, migliorando anche la connettività in upload, che oggi è limitata a 50 Mbps (raddoppierà).

carrier aggregation

Si ma se nella campagna emiliana, i colli toscani o sul proverbiale cucuzzulo della montagna non ci sono le strutture di terra che "creano" queste bande, insomma, mancano le antenne, e quindi non c'è nulla da aggregare. Secondo Di Pietro questa è una soluzione che si sistemerà da sola. La necessità continua di un maggior numero di dati (video e musica on demand oggi, risoluzioni 4k domani e giochi nel cloud in movimento dopo domani), costringeranno la rete a migliorare e diventare più densa. In questa visione giocano un ruolo fondamentale le "small cells", apparati che permettono installazioni molto più veloci e meno costose, in grado di rendere più capillare l'intera infrastruttura. La rete è destinata di conseguenza a diventare molto più complessa di quello che è oggi, al punto tale che le tecniche di gestione attuali non saranno più applicabili. Anche le reti dati sono destinate a diventare "smart", e autogestirsi (UltraSON).

Small cells

Small cells

L'aggregazione delle frequenze non riguarda solo la connettività mobile, almeno non quella intesa per navigare dal telefonino fuori casa. Sono già state mostrate soluzioni in grado di far lavorare assieme tutte le fonti di connettività, che in questo caso significa il Wi-Fi casalingo con la rete mobile in movimento. Ecco perché l'LTE inizia a diventare importante per tutte le applicazioni, e perché muoverà una convergenza, tra le reti terrestri e quelle "in aria". Potendo eliminare la distinzione tra la rete casalinga, quella che arriva sulla rete in rame o per i più fortunati su fibra ottica, e quella in mobilità potremo muoverci tra i due mondi (che poi saranno uno solo), senza soluzione di continuità. Quando i dispositivi saranno in grado di fare questo, potranno sfruttare il meglio di entrambi i mondi, o aiutarsi a vicenda per risolvere i problemi. Domani una connettività terrestre scarsa potrà essere rimpiazzata del tutto da quella LTE, o potranno lavorare assieme per raggiungere velocità superiori, o semplicemente dividere quali servizi dovranno usare l'una o l'altra, pur funzionando sugli stessi dispositivi, smartphone, tablet o computer che siano.

La Smart Home, come le Smart City e le Connected Car sono parte di questa evoluzione. Non limitiamoci a pensare alla connettività Internet come quella cosa che ci fa scaricare le mail o vedere i video di YouTube. L'universo dell'Internet of Thing pian piano diventa un concetto sempre più semplice da capire. E per dare vita alle città intelligenti non serve solo una connessione a Internet, ma dispositivi in grado di comunicare continuamente e ovunque si trovino, senza limitazioni di banda, ma soprattutto senza limitazioni geografiche o di tipologia d'uso. Le frequenze di comunicazione sono l'elemento più importante in questo caso, ed è obbligatorio che i dispositivi, di qualunque tipo e ovunque si trovino, siano in grado di comunicare. A livello globale, ma più specificatamente, si va nella direzione che abbiamo già visto accadere con le attuali implementazioni dell'LTE: una tecnologia globale che permette di viaggiare per il mondo con il proprio smartphone, e poterlo usare ovunque. Anche se oggi non è ancora del tutto così, ci siamo vicini.

rete di comunicazione

E proprio perché la frequenza di comunicazione è l'elemento più importante, la soluzione alle barriere che ci sono oggi devono arrivare dai dispositivi stessi, non dalla rete di comunicazione, da chi la produce o da chi la implementa. Lo smartphone di domani sarà in grado di connettersi e parlare con qualsiasi dispositivo, anzi di tirare fuori il meglio da ogni situazione, probabilmente anche in maniera completamente automatica, invisibile all'utilizzatore.

Sembra quasi che la situazione dipinta sia qualcosa che appartenga a un futuro di fantasia, ma in verità abbiamo già un traguardo, a distanza di qualche anno. Si chiama 5G, uno standard tutto da definire, ma che avrà l'obiettivo di essere così robusto da permettere tutto quello che avete immaginato leggendo le righe di questo articolo. "Sarà così robusto che permetterà di connettere un pacemaker a una rete cloud", ci ha detto Di Pietro. Probabilmente non accadrà, forse è meglio non scherzare con la vita, ma di certo rende l'idea di quello che questo standard si prefigge di diventare.

In altre parole, cosa abbiamo imparato? Per chi ha poca confidenza nelle attuali reti e standard mobile, l'evoluzione delle tecnologie e le richieste di contenuti e servizi sarà tale da obbligare a un'evoluzione tecnologica e delle reti che porterà benefici a tutti. La velocità con cui le nuove tecnologie si stanno adottando e stanno portando rimedio laddove le situazioni sono più critiche è sempre maggiore. Il 3G ha impiegato cinque anni a diventare uno standard alla portata di tutti, l'LTE sta viaggiando tre volte più veloce. Prepariamoci quindi a un mondo connesso, manca meno di quello che si possa immaginare.