Smartphone, il 47% degli utenti non lo cambia prima di 3-5 anni

Da una recente ricerca effettuata da Ting su oltre 3mila utenti, è emerso che il 47% degli intervistati non ha più intenzione di cambiare il proprio smartphone prima di 3-5 anni. Notizie non proprio buone per l'industria hi-tech.

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a cura di Alessandro Crea

Brutte notizie per i produttori di smartphone. La corsa all'ultimo modello sembra ormai un paradigma definitivamente tramontato, almeno stando all'ultima ricerca effettuata da Ting. Dai dati infatti emerge che il ciclo di sostituzione biennale non è più il modello dominante e anzi il 47% degli oltre 3000 intervistati ha tenuto il suo ultimo smartphone per un periodo che va dai 3 ai 5 anni, percentuale che sale al 50% nella fascia d'età tra i 55 e i 64 anni.

‎"Dopo tanti anni in cui le persone erano spinte a cambiare smartphone quando il vecchio era ancora perfettamente funzionante e funzionale, è incoraggiante vedere che tanti dei nostri intervistati si tengono il proprio smartphone per un tempo più lungo", ha commentato Andrew Moore-Crispin, direttore dei contenuti presso ‎‎Ting Mobile‎‎. "I dati dal nostro sondaggio indicano che le persone sono più consapevoli di cose come prezzo e funzionalità di base del telefono. A loro non importa più così tanto di avere la tecnologia più recente e più cool, una notizia non certo positiva per i grandi produttori in vista dell'uscita dei modelli per il nuovo anno".‎

Dai dati infatti possiamo vedere che appena il 10% del campione sostiene ormai di aver cambiato smartphone perché desiderava il nuovo modello, mentre ben il 73% degli intervistati sostiene di cambiare smartphone solo quando quest'ultimo non funziona più come prima (32%), si rompe, si danneggia o va perso (23%) o perché obsoleto (18%).

Sicuramente su questo cambiamento nelle abitudini degli utenti hanno influito diverse cose, anzitutto la crisi finanziaria e il costante aumento dei costi degli smartphone, che in pochi anni ha portato la fascia media a superare i 500 euro e quella top di gamma oltre quota 1000 euro, ma anche la mancanza di innovazione vera da una generazione all'altra ha influito, anche se questo è un aspetto prevedibile. In circa 12 anni infatti è normale che all'inizio i salti tecnologici tra smartphone fossero più accentuati mentre ormai si è arrivati a un sostanziale equilibrio, con i produttori che lavorano di cesello, migliorando di anno in anno funzioni che comunque sono già disponibili nei modelli precedenti.

Tutto insomma sembra confermare quanto già sappiamo e cioè che ormai il settore smartphone è stagnante, sia dal punto di vista dell'innovazione che delle vendite e che dunque presto servirà un nuovo cambio di paradigma per riaccendere il sistema che, attraverso salti d'innovazione, spinga nuovamente le vendite.