Smartphone, più 40% di autonomia grazie a un trucchetto semplice e geniale

Una ricerca sudcoreana descrive un metodo per gestire diversamente il journaling su Android, che permetterebbe di migliorare le prestazioni, evitarne il deterioramento nel tempo e ottenere quasi il doppio dell'autonomia. Non si sa quando sarà pronta una versione commerciale.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Tutti abbiamo uno smartphone, e tutti sappiamo quanto la durata della batteria sia l'aspetto che più di tutti è "rimasto indietro" nei recenti sviluppi di questi dispositivi. Fanno sempre più cose e sempre meglio, ma salvo rare eccezioni vanno messi in ricarica tutti i giorni.

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Per questo si vendono tante batterie esterne, e per questo i produttori hanno recentemente aggiunto soluzioni come la ricarica rapida e quella senza fili. Visto che non si riesce a far durare di più la batteria, in altre parole, si cercano metodi per ricaricarla più spesso e più velocemente.

In questo panorama sentiamo molto spesso di questa o quella ricerca che promette di risolvere o almeno arginare questo problema. La più recente arriva dalla Corea del Sud, in particolare dall'università di Hanyang, e risponde al nome di WALDIO.

WALDIO è un acronimo che sta per Write Ahead Logging Direct IO, e sostanzialmente si basa sull'idea di ridurre le operazioni di scrittura/lettura sulla memoria del telefono. In questo modo si usa meno energia, e per di più si ottengono maggiori prestazioni e anche un minore deterioramento delle stesse nel tempo.

"La base di questa nuova tecnologia è minimizzare la quantità di dati registrata da un dispositivo.", spiega il responsabile del progetto prof. You-jip Won, "Questa tecnologia renderà possibile usare memoria flash economiche per molto tempo come quelle più costose".

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Sì, perché Won e la sua equipe partono dal fatto che con il tempo la memoria all'interno degli smartphone di deteriora e tutto tende a diventare più lento – può volerci più o meno tempo a seconda di quanto intensamente usiamo il dispositivo. Riducendo la quantità di dati scritta sulle memoria stesse, quindi, si preservano le prestazioni ma si rende anche praticabile l'idea di usare memoria flash meno costose.

Numeri alla mano, si parla di velocità aumentata di 20 volte e +40% di autonomia. Un sogno, anzi praticamente un'utopia, ma d'altra parte tutte le ricerche in corso dipingono scenari incredibili – ma ci passerà ovviamente parecchio tempo prima che trovino un'applicazione pratica.

Guardando all'aspetto tecnico, Won propone di ridurre l'attività di journaling EXT4 su Android, cioè quella che fa il sistema operativo per garantire la stabilità dei dati – andando a scrivere molte volte le informazioni in modo temporaneo.

Per eliminare il journaling tradizionale si propongono tre passaggi: preallocazione, header embedding e group synchronization. Quello che si ottiene non è una completa eliminazione del journaling, ma piuttosto una sua nuova implementazione, più leggera, più veloce e meno assetata di energia.

Un'idea assolutamente affascinante, che sembra il classico uovo di Colombo. La spiegazione tecnica (PDF) è tuttavia molto più complessa di così, e per quanto i risultati preliminari siano del tutto incoraggiante non è il caso di aspettarsi rivoluzioni in tempi brevi.

Questa ricerca tuttavia si unisce a tante altre mirate a migliorare autonomia e prestazioni degli smartphone, e sul lungo termine ci sono ragioni per essere ottimisti. Anche perché tra qualche anno lo smartphone personale sarà un vero e proprio PC, nel senso di personal computer, vale a dire dispositivo personale per il calcolo elettronico.

Lo smartphone farà quello che fa oggi ma anche molte altre cose; potremo collegarlo a uno schermo e usarlo come usiamo oggi un PC desktop per lavorare e studiare, e ci permetterà allo stesso modo anche di giocare. Certo, continueranno a esserci macchine più potenti e versatili, ma avremo sempre meno ragioni per sceglierne una. Secondo qualcuno infatti le prossime vittime degli smartphone (dopo fotocamere e navigatori GPS) saranno proprio le console da salotto. Non succederà domani, certo, ma nemmeno passeranno dieci anni.