Smartphone sempre carico con i nanotubi al silicio

All'Università di Stanford hanno messo a punto un anodo costruito con nanotubi di silicio rinforzati, grazie al quale si potrebbero creare batterie con una maggiore capacità e più longeve. La strada per un'effettiva realizzazione però è ancora lunga.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Presto gli smartphone potrebbero stare accesi molti giorni, e le loro batterie sopportare più cicli di ricarica. Grazie al lavoro del prof. Yi Cui e della sua squadra (Università di Stanford, California), che hanno sviluppato un anodo in nanotubi al silicio ricaricabile fino a 6000 volte.

Le moderne batterie agli ioni di litio usano un anodo in grafite, la cui capacità specifica è pari a 400 mAh per grammo. Ed è noto da tempo che i nanotubi di silicio possono arrivare invece a 4000 mAh per grammo, ma sono fragili e smettono di funzionare dopo pochi cicli di carica e scarica.

Batteria agli ioni di litio, schema

I ricercatori di Stanford sono però riusciti a rinforzare i nanotubi con ossido di silicio, assicurandosi che possano reggere fino a 6000 cicli di ricarica. Un'enormità rispetto alle moderne batterie che arrivano a circa 1000 cicli – più o meno tre anni di vita.

Quanto alla durata della singola carica, non dipende tutto solamente dall'anodo, ma anche dal catodo e dal materiale che separa questi due elementi (al momento sali elettrolitici di litio in soluzione); comunque questo nuovo anodo da solo potrebbe fare la differenza.

Anche perché uno smartphone o un notebook comprati oggi hanno davanti a sé un ciclo di vita potenzialmente superiore ai tre anni, tranne forse che per i consumatori più esigenti. Peccato però che dopo un po' la batteria "non regge più", e il dispositivo diventa inutile (un telefono) o molto scomodo (un notebook). Molti consumatori scelgono di sostituire la batteria, ma è un'operazione costosa e a volte rinunciano preferendo compare un nuovo computer o cellulare; una situazione che potrebbe presto vedere i suoi ultimi giorni.

Studi su fonti di energia alternative

Questa entusiasmante scoperta purtroppo non si tradurrà presto in un prodotto commerciale, perché bisogna ancora mettere a punto un processo di produzione per queste super batterie. È però lecito sperare che non passerà nemmeno troppo tempo, anche perché gli autori della ricerca sono dei noti specialisti dell'argomento, come dimostra anche il fatto che alcuni messi fa hanno messo a punto una sorta di "super catodo".

E di certo i produttori di dispositivi non vedono l'ora di fare a gara per essere i primi a risolvere una delle più gravi lacune dei moderni gadget. Se fossimo pessimisti - ma non lo siamo - vi diremmo che tra qualche anno vi racconteremo di denunce per violazioni di brevetti sulle batterie.