Steve Jobs un anno dopo, Apple brilla di luce propria

Oggi ricorre il primo anniversario della morte di Steve Jobs. Guardando ad Apple non si può dire che l'azienda ne abbia risentito, ma nel cuore di molti appassionati resta un vuoto incolmabile.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Un anno fa moriva Steve Jobs, l'uomo che insieme a Steve Wozniak fondò nel 1976 la Apple Computer, diventata nel 2007 semplicemente "Apple". La notizia fece il giro del mondo in una manciata di ore, e occupò le prime pagine dei giornali in tutto il pianeta. Ovunque si registrarono manifestazioni di affetto e di cordoglio, e non mancò chi invece mostrò una certa mancanza di tatto, esprimendo aspre critiche verso Jobs che avrebbero potuto aspettare qualche giorno.

Oggi il colosso di Cupertino è comandato da Tim Cook, che ha preso il posto di Jobs il 24 agosto dell'anno scorso; l'attuale Ammistratore delegato si è espresso con poche parole per commemorare Steve Jobs, visibili sull'homepage dei siti Apple di tutto il mondo. L'azienda in ogni caso va avanti, e anche se un anno non è molto per guardare ai cambiamenti di un'azienda, forse oggi si può già intuire che direzione abbia preso Apple dopo aver perso la propria guida.

Steve Jobs

Apple non ha vissuto nell'ultimo anno i cambiamenti profondi che alcuni si aspettavano, e oggi si può dire che l'azienda ha mantenuto salute e stabilità finanziaria, a discapito di chi era convinto che dopo la morte di Jobs la nave sarebbe rapidamente affondata - un'ipotesi che per alcuni non è ancora tramontata.

Apple ha continuato a lavorare con i ritmi a cui ci aveva abituati Jobs, anche se qualcosa nello stile forse è cambiato. Le presentazioni dei nuovi prodotti in ogni caso si sono susseguite come ci si sarebbe atteso: prima l'iPhone 4S (il giorno prima della morte di Jobs), poi OS X, il più recente iPad con schermo Retina, i nuovi MacBook, un'altra versione del sistema operativo e infine il recentissimo iPhone 5.

I keynote organizzati da Apple oggi sono la stessa dimostrazione di abilità e precisione organizzativa, ma è innegabile che il carisma di Steve Jobs faceva la differenza, e le presentazioni di Apple non sono più così spettacolari - anche perché negli anni l'azienda ha perso la propria capacità di mantenere i segreti ben custoditi fino all'ultimo momento.

Steve Jobs

Se il successo dei prodotti è stato quello previsto, qualcuno trova sorprendente la costante ascesa del valore azionario. Il titolo Apple infatti continua a salire, e c'è chi è convinto che non si fermerà prima di raggiungere i mille dollari per azione. A proposito di questo vale la pena ricordare che è stato Tim Cook a decidere - probabilmente non da solo - di distribuire dividendi tra gli azionisti: Jobs aveva sempre sostenuto che avrebbe compromesso l'azienda.

L'impronta lasciata da Steve Jobs in Apple è profonda, come dimostra per esempio il perpetrarsi della "guerra termonucleare" contro Android. Le presentazioni non sono tuttavia le uniche occasioni in cui la personalità di Tim Cook ha marcato la differenza.

L'attuale AD per esempio ha visitato le fabbriche cinesi dove si assemblano i dispositivi Apple, nel tentativo di attenuare le pesanti critiche nate dalle indagini sulle condizioni di lavoro - un argomento che terrà banco ancora a lungo. Recentemente poi Tim Cook ha preso posizione riguardo ai difetti che gravano sulle mappe di iOS 6. Dopo pochi giorni l'amministratore delegato si è pubblicamente scusato per la débâcle, e ha persino suggerito ai clienti di usare prodotti della concorrenza.

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Ecco, se c'è una differenza notevole è proprio questa: fatichiamo a immaginarci Steve Jobs che si scusa con chicchessia, e ancora meno che dice ai propri clienti di usare un prodotto diverso. Lui preferiva scrivere lettere aperte ricche di polemica, e nel caso specifico avrebbe preferito, con ogni probabilità, illustrare con pazienza come tutti i servizi di mappe abbiano un qualche difetto se usati in un certo modo - probabilmente quello sbagliato.

Steve Jobs era un uomo senza mezze misure, di cui erano note l'attenzione maniacale per lo sviluppo dei prodotti Apple, così come la tendenza agli scatti d'ira. Di lui si è detto che è stato uno dei grandi geni del ventesimo secolo, ma anche che è stato poco più che un venditore di fumo. È troppo presto per tirare le somme su questo personaggio, sul quale si sono scritti fiumi di parole; perché la Storia ha bisogno di tempo per scrivere affermazioni definitive, che a volte non arrivano mai. 

Di certo Jobs sarà ricordato a lungo, ma chi vuole saperne un po' di più da subito potrebbe cominciare dalla biografia che ha scritto Walter Isaacson; una lettura valida, sempre che si tengano in considerazione i limiti di una biografia "autorizzata" il cui autore era un amico apprezzato dell'uomo che ha raccontato. Non possiamo quindi classificarla tra i documenti storici più affidabili, ma di certo è un testo che traccia un ritratto interessante del personaggio, che non ne nasconde gli aspetti meno gradevoli del carattere. Una lettura stimolante, sia per chi lo idolatrava sia per chi invece lo trovava insopportabile.

Steve Jobs un anno fa lasciò un'azienda di successo che oggi continua a prosperare anche sensa la sua guida storica, seppure alcuni fossero convinti del contrario. La mancanza del suo carisma, della sua personalità così forte, della sua presenza così ingombrante però continueranno a farsi sentire a lungo.