Android diventa indossabile

Android TV, Android Auto, Android Wear, Material Design, applicazioni Android su Chrome. Sono molti gli elementi che hanno permesso a Google di portare la propria piattaforma su moltissimi dispositivi di ogni genere e dimensioni. Nel frattempo i produttori Android si avvicendavano al vertice della concorrenza.

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a cura di Tom's Hardware

Android diventa indossabile

Già un anno prima che "l'Android da portare addosso" fosse ufficiale, l'idea che Google facesse uno smartwatch non era semplicemente possibile o probabile, era più che altro ovvia. Si parlava già di Apple Watch ma non sarebbe uscito prima di un anno, mentre Samsung aveva già messo in commercio il primo Galaxy Gear – nell'autunno 2013. Anche altri avevano dimostrato il potenziale di questi oggetti, come Pebble.

Molti osservatori si aspettavano da Google una strategia simile a quella già vista con smartphone e tablet. Magari uno smartwatch Nexus con il sistema operativo "puro", da accostare ai dispositivi dei vari produttori. Ci sarebbe stata molta diversità a fecondare il mercato, o almeno questo è quello che molti prevedevano.

Ogni smartwatch era un Nexus Watch, e risultò chiaro che Google voleva per sé il controllo sull'esperienza utente e sul software degli indossabili.

Ma la realtà si dimostrò molto diversa, quando arrivò Android Wear. In sostanza, ogni smartwatch era un Nexus Watch, e risultò chiaro che Google voleva per sé il controllo sull'esperienza utente e sul software degli indossabili, molto più di quanto accadeva su smartphone e tablet.

Android Wear, inoltre, non è mai stato open source; Google ha spiegato che, da quel punto di vista, c'è già AOSP, Android Open Source Project.

C'erano alcune buone ragioni per scegliere un approccio più chiuso. Prima di tutto, Android Wear faceva molto affidamento sui Google Play Services (che sono decisamente closed source), sia sullo smartwatch che sullo smartphone abbinato. Con un software meno aperto, poi, Google preveniva il diffondersi di dispositivi super economici ma senza supporto, che sarebbero stati abbandonati in pochissimo tempo.

android wear watches

I produttori di smartwatch erano liberi di differenziarsi con il design dei dispositivi stessi e le applicazioni preinstallate, naturalmente, ma in generale dovevano seguire le regole imposte da Google.

Con l'annuncio di Android Wear arrivarono anche i prodotti di LG (LG G Watch) e Motorola (Moto 360). Quest'ultima era nel pieno della sua ristrutturazione come "società Google", e il bell'orologio rotondo che avevano fatto era la notizia del giorno. In contrasto, il prodotto di LG sembrava molto più noioso, con un design privo di creatività. Lo stesso si potrebbe dire per i prodotti Samsung presentati successivamente come il Gear Live.

La cosa interessante è che Android Wear all'inizio non aveva un'interfaccia rotonda.

Il Moto 360 e il suo display rotondo però non spuntarono dal nulla. Prima della presentazione Android Wear era (sembrava) solo per schermi quadrati. Il dirigente Motorola Jim Wicks spiegò che l'azienda dovette sforzarsi molto per rendere realtà il sogno di uno smartwatch rotondo.

"La cosa interessante è che Android Wear all'inizio non aveva un'interfaccia rotonda. Era rettangolare", spiega Wicks, "Quando [Google] vide che cosa stavamo facendo, e come, decisero di seguire la stessa strada e inserire una versione rotonda di Android Wear".

"Infatti l'interfaccia del primo smartwatch fu una collaborazione. I nostri progettisti la fecero rotonda perché era il nostro modo di entrare nel mercato, all'epoca. Il risultato alla fine diventò parte di Android Wear".

Lo sforzo aggiuntivo sull'interfaccia allungò i tempi necessari per finire il Moto 360, come scoprimmo all'epoca. Come disse un produttore di dispositivi alla stampa, in quel momento, "fare uno schermo rotondo non è difficile". Era il software che tutti stavano aspettando. L'anno dopo i design rotondi di Android Wear divennero dominanti, e solo Asus manteneva la tradizionale interfaccia quadrata di Android Wear con la serie ZenWatch.

moto 360 boot 0
lg g watch review 1
Gear live 12
gwar 18
asus zenwatch 36

La forma dell'interfaccia comunque era solo una parte del gioco. La prima versione di Android Wear, Android 4.4W, si affidava molto ai controlli vocali, era priva di un app drawer ed erano poche le applicazioni che si potevano eseguire sull'orologio stesso. Tutto era incentrato sulla visualizzazione rapida delle notifiche, e sull'usare lo smartphone a distanza. In sostanza, il contrario di quanto stava facendo Samsung con il Galaxy Gear.

Al momento, comunque, la maggior parte di noi si sta ancora chiedendo a cosa serve e cosa si possa fare con un computer da polso, o come dovrebbe comportarsi questo dispositivo. Le strategie di Google e Samsung, nel frattempo, stanno cominciando a convergere.