HTC One, parte terza

Android TV, Android Auto, Android Wear, Material Design, applicazioni Android su Chrome. Sono molti gli elementi che hanno permesso a Google di portare la propria piattaforma su moltissimi dispositivi di ogni genere e dimensioni. Nel frattempo i produttori Android si avvicendavano al vertice della concorrenza.

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a cura di Tom's Hardware

HTC One, parte terza

Dopo anni di presentazioni frammentate in vari paesi, l'HTC One del 2013 (M7) era il primo top di gamma globale della società asiatica. Il più piccolo One Mini e il gigantesco One Max non avevano avuto molto successo, ma lo One M7 fu acclamato dalla critica e dal pubblico. Sembrava che nessuno nel mondo Android potesse sfidare HTC per qualità e materiali, così l'azienda affrontò il 2014 con l'intentò di rafforzare ulteriormente il marchio HTC One.

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Tale sforzo portò all'HTC One (M8): metallo con curve più morbide, una strana fotocamera e una sigla, M8 appunto, che cominciava a far parte del DNA di HTC. Infatti la campagna di marketing parlava semplicemente di "HTC One", che era scritto anche sulle prime scatole. Aggiungere "M8" sembrò una decisione dell'ultimo momento, probabilmente per evitare che i clienti si confondessero con il modello dell'anno prima, che fu a sua volta rimarchiato HTC One (M7). Comunque eravamo già abituati a una moltitudine di HTC One: nel 2012 ne avevamo visti diversi, e la storia continua ancora oggi.

Pare che Peter Chou se ne andasse in giro con un modellino di legno per assicurarsi che fosse quello giusto per forma, dimensioni e sensazione generale.

Il telefono stesso, come il suo predecessore, era quel tipo di oggetto capace di sorprendere quando lo si prende tra le mani. Il metallo risultava scivoloso ma era un piacere tenerlo in mano, probabilmente era meglio dell'iPhone dell'epoca. Lo One M8 era meglio di tutti i prodotti HTC che l'avevano preceduto.

Si raccontava che Peter Chou, all'epoca AD di HTC, se ne andasse in giro con un modellino di legno per assicurarsi che fosse quello giusto per forma, dimensioni e sensazione generale.

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Il software HTC Sense fu rinnovato, una "mano di vernice" con colori più leggeri, più possibilità di personalizzazione e nuovi strumenti fotografici. Tra le novità più interessanti, infatti, c'era senz'altro la nuova fotocamera "Duo Camera" con percezione di profondità. Non creava le immagini direttamente, ma dava informazioni sulla profondità alla fotocamera principale. Queste informazioni si potevano poi usare per applicare effetti 3D e filtri artistici alle immagini. Il problema era che la fotocamera posteriore, la HTC "Ultrapixel" da 4 megapixel non era cambiata molto dai tempi dell'M7. Come in precedenza era migliore della media con poca luce, ma se la cavava molto male in alcuni esterni.

Il secondo HTC One fu un successo alla pari del primo modello, e almeno in parte HTC trasse beneficio dal telefono relativamente noioso proposto da Samsung, il "plasticoso" Galaxy S5.

Sembrava che HTC avesse scordato uno degli aspetti più importanti di uno smartphone – la fotocamera – e cercasse di compensare con dei trucchetti. Nei mesi successivi i concorrenti riuscirono a emulare la percezione di profondità con il software, senza ricorrere a una seconda fotocamera.

HTC cercò di accelerare i tempi con lo One M8, nel tentativo di arrivare sul mercato prima del Samsung Galaxy S5. Il distributore britannico Carphone Warehouse svelò accidentalmente che lo smartphone sarebbe stato in commercio subito dopo la presentazione. HTC avrebbe voluto tenerlo segreto, ma le certificazioni e gli accordi necessari per renderlo possibile lasciarono parecchie tracce.

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cher m8

Il secondo HTC One fu un successo alla pari del primo modello, e almeno in parte HTC trasse beneficio dal telefono relativamente noioso proposto da Samsung, il "plasticoso" Galaxy S5. L'azienda confermava la propria forza nell'ambito del design, ma non era riuscita a compensare le sue lacune in quello fotografico. E come sempre doveva competere con gli enormi budget di marketing di Samsung, Apple ed LG.

Ultimo ma non meno importante, lo One M8 ha un'altra medaglia da appuntarsi al petto: fu l'ultimo smartphone ad avere una versione Google Play Edition prima che il progetto fosse abbandonato. Questo ne fece lo smartphone preferito di alcuni.