Surface Book: layout complesso, smontaggio impossibile

I ragazzi di iFixit hanno smontato il Surface Book, rendendo evidenti le difficoltà pratiche di trovare un buon compromesso tra esigenze di compattezza, versatilità e potenza e quelle di poter manutenere un dispositivo anche al di là della garanzia.

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a cura di Alessandro Crea

Dopo averci mostrato l'interno del Surface Pro 4, il team di iFixit ha colpito ancora, smontando l'altro dispositivo presentato di recente da Microsoft, il tablet ibrido Surface Book.

Per poter riflettere sull'argomento da un punto di vista leggermente diverso sgombriamo subito il campo dalla preoccupazione principale: no, il Surface Book non è affatto semplice da smontare ai fini di effettuare riparazioni o upgrade dopo il periodo di garanzia, al fine di aumentarne la vita media, tanto che su iFixit ha conseguito un punteggio bassissimo, 1 su 10, inferiore anche a quello del Surface Pro 4 ma comunque allineato a quello ottenuto da molti prodotti analoghi negli ultimi anni.

Proprio questa estrema difficoltà di intervento su molti dei migliori tablet, ultrabook i ibridi presenti sul mercato ci porta a riflettere su alcuni argomenti correlati: da un lato l'estrema difficoltà, a livello ingegneristico, a tenere assieme esigenze opposte come appunto la possibilità di smontare un dispositivo per sostituirne i singoli componenti e la necessità di realizzare prodotti sempre più compatti e leggeri ma al tempo stesso potenti a sufficienza da poter essere realmente versatili, dall'altro lo slittamento progressivo dei prodotti hi-tech verso la categoria degli elettrodomestici.

Surface Book

Appena cinque anni fa, per dire, non c'erano grandi difficoltà a intervenire all'interno di un portatile: la sua scocca infatti all'interno racchiudeva, in uno spazio relativamente abbondante, una configurazione da computer desktop, dove cioè la maggior parte dei componenti erano ancora discreti e facilmente asportabili in caso di necessità, per sostituzione o upgrade, mentre attualmente i dispositivi mobili sono sempre più simili a "pacchetti completi" usa-e-getta, pensati per svolgere un determinato compito, o meglio per spostare l'interesse dei consumatori dall'hardware all'esperienza d'uso e pronti per essere sostituiti con altri modelli più avanzati.

surface book

Per ottenere dunque prodotti in grado di rispondere a questo nuovo modello si sono dovuti man mano sacrificare aspetti come facilità di intervento ed espandibilità. Se si parte da questo presupposto, che si offre alla nostra osservazione come una verità oggettiva di mercato, non c'è alcuna meraviglia nel constatare che sempre più smartphone, tablet, ibridi e notebook presentino tali caratteristiche, cioè un'ingegnerizzazione interna complessa e stratificata, un ampio uso di adesivi, collanti e viti e un'assenza totale o quasi di componentistica discreta e risultino quindi quasi impossibili da manutenere se non da parte del personale specializzato, durante il periodo coperto dalla garanzia, finito il quale saranno messi da parte/smaltiti al primo problema o rallentamento prestazionale.

La domanda dunque non è perché questi dispositivi mobile non ci garantiscano più un adeguato ritorno di investimento, consentendoci di spalmarne i costi su diversi anni, ma siamo stati noi, come insieme dei consumatori, a portare le aziende verso queste soluzioni per rispondere a nostre specifiche esigenze, o sono queste ultime che ci hanno portato dove faceva più comodo a loro, per sostenere i consumi? Voi cosa ne pensate?