Sviluppatori Android contro Google, coalizzati

È stato aperto un blog per gli sviluppatori Android arrabbiati con Google. In sette punti ciò che vorrebbero Google modificasse sull'Android Market, altrimenti se ne andranno su altre piattaforme.

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a cura di Manolo De Agostini

La Android Developers Union è la coalizione degli sviluppatori Android scontenti delle regole applicate da Google sul Market del sistema operativo per smartphone e tablet. Il gruppo si presenta così: "Questo è il blog dell'Android Developers Union. Questo blog ospiterà storie di sviluppatori e clienti che hanno avuto brutte esperienze con l'Android Market, aggiornamenti sulle nostre campagne per migliorarne le condizioni e commenti sulle risposte di Google!".

Sette sono i punti tirati in ballo da questo gruppo di "sovversivi" anti-Big G. tra questi c'è la rinegoziazione del 30 percento che Google raccoglie su ogni applicazione attraverso l'Android Market. Vogliono che parte sia reinvestito per migliorare il servizio. Chiedono anche che sia istituito un "bug tracking" pubblico per lo store, maggiore chiarezza sulle regole che portano Google a decidere quali app rimuovere dal Market e una maggiore varietà nelle opzioni di pagamento.

Nel gruppo di questi sviluppatori scontenti si rischia di trovare un po' di tutto, da persone seriamente arrabbiate per motivi più che validi a chi, forse senza rendersene conto, cerca di sfruttare il traino di questa iniziativa per far passare applicazioni di dubbia legalità.

È il caso di Ric, che ha creato oltre 18 applicazioni per Android. I suoi problemi sono iniziati con Rapid Download!, un'applicazione che faceva da "motore di ricerca e downloader per RapidShare e altri siti (RapidShare, MegaUpload, MediaFire, HotFile, NetLoad, FileSonic e 4Shared!)! Scarica album musicali, MP3, film, show TV, porno e altro!".

Non ci vuole molto per capire che l'applicazione facilita la pirateria e Google l'ha giustamente rimossa, senza però avvertire o notificare. Ric ha contattato Google, ricevendo diverse email automatiche. Lo sviluppatore racconta di non averle ricevute più per qualche tempo, salvo quando gli è arrivata una mail in cui hanno cercato di "spaventarlo". 

Nel messaggio automatico era infatti contenuta la seguente frase: "ripetute violazioni potrebbero portare alla sospensione del vostro account Android Market Publisher account". Un messaggio "da prassi", ma per Ric la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Lo sviluppatore si attendeva probabilmente un confronto più "franco" sui problemi della propria applicazione.

"Questo è un trattamento inaccettabile. Da quando ho iniziato a sviluppare applicazioni per Android due anni fa, Google ha collezionato oltre 14 mila dollari come parte del 30 percento sulle vendite e l'unico servizio che mi hanno fornito è stata una lettera di minaccia".

Il gruppo di sviluppatori, se i setti punti non saranno trattati, "porterà le sue applicazioni su un marketplace alternativo o sul web, cessando lo sviluppo su Android in favore di altre piattaforme aperte e dissuaderemo altri sviluppatori dal realizzare progetti per Android. Lavoreremo senza sosta per contrastare qualsiasi affermazione ipocrita di Google sull'open".

Google risponderà ai sette punti presentati dai dissidenti? Ne terrà conto? Staremo a vedere.