Tasche dei jeans più grandi a causa del successo phablet

L.L Bean, J.Crew, Lee Jeans e Levi's guardano al fenomeno phablet con interesse: dopo il successo dei primi giorni di vendita dell'iPhone 6 e il bendgate le tasche anteriori sono diventate strategiche. Potrebbero condizionare gli acquisti.

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a cura di Dario D'Elia

Levi's, Lee Jeans, American Eagle e altri famosi marchi di jeans cambieranno le dimensioni della tasche in relazione al successo dei phablet. Dopo il cosiddetto #bendgate, ovvero il rischio di piegare un iPhone 6 Plus sedendoci sopra, il dibattitto su come trasportare comodamente i propri terminali mobili è diventato caldissimo.

Ancora una volta, nel bene o nel male, Apple è riuscita a trasformare un tema che la riguarda in argomento di strategia marketing e commerciale. Prima del fuffa-flame dei terminali che si piegano nessuno si era posto (sotto i riflettori) il problema dell'abbigliamento. Magari qualche consumatore sì – pochini se si considera la diffusione dei phablet – ma l'industria di settore era rimasta silente.

La tasca laterale risolve tutto

"Abbiamo un confronto quotidiano con il team che si occupa dello sviluppo prodotti riguardo la tecnologia in genere e come i nostri pantaloni possono fornire compatibilità dal lato cliente. Le tasche dei jeans rientrano fra questi temi", ha confermato il portavoce della linea Uniqlo, un marchio giapponese emergente in Europa e Stati Uniti.

Mashable ha contattato aziende come L.L Bean, J.Crew, Lee Jeans e Levi's. Tutte hanno confermato che gli iPhone 6 e 6 Plus sono compatibili con molti prodotti, ma le linee femminili forse sono quelle che pongono maggiori problemi. Ovviamente più si parla di abbigliamento aderente e più la questione si complica.

Tasca posteriore?

Sebbene la questione faccia sorridere, l'impossibilità di far entrare in tasca il proprio smartphone potrebbe condizionare davvero gli acquisti. "Questi jeans sono comodi e mi stanno bene, peccato non mi entri in tasca il cellulare", potrebbe pensare un potenziale acquirente.

Di fronte a un numero di ordini Apple pari a 10 milioni di unità – nel primo weekend – giustamente le aziende sono costrette a riconoscere che i terminali di grandi dimensioni sono destinati a diventare una scelta di massa. Al netto delle querelle di fanboy bisogna ammettere che Apple con i suoi prodotti è come se certificasse i cambi di passo. Questa ovviamente è pura potenza del marketing, sostenuta a ogni giro di boa dalle vendite.