TIM crolla in Borsa: che succede?

TIM: dopo le indiscrezioni sul posticipo del progetto di rete unica, il titolo fa registrare un -4,7%. Interviene Labriola.

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a cura di Rossella Pastore

Dopo le indiscrezioni sullo slittamento del progetto di rete unica a dopo le elezioni, il titolo di TIM fa registrare un calo teorico del 4,7%, con un nuovo minimo storico toccato a quota 0,1936 euro.

Risale a ieri l'intervento di Pietro Labriola, AD di TIM, volto a rassicurare gli investitori apparentemente influenzati dai rumor trapelati di recente, e in particolare dalla notizia secondo cui il dossier rete unica sarebbe stato rimandato a dopo il 25 settembre. La diffusione di questa indiscrezione avrebbe contribuito a far scendere TIM sotto i 20 centesimi.

Il titolo, a detta di Labriola, è "sottovalutato": "Con la semestrale abbiamo dato un grande segnale al mercato rivedendo al rialzo la guidance, frutto dell'ottimo lavoro fatto a livello domestico: andiamo avanti in questa direzione. Del resto il trend positivo è proseguito anche nei mesi di luglio e agosto, dobbiamo quindi accelerare il passo, siamo una grande azienda".

Insomma, l'AD è ottimista, e per lui è importante che TIM recuperi credibilità, memore del fatto che "negli ultimi dieci anni l’azienda ha raggiunto gli obiettivi del primo anno di piano solo tre volte e non ha mai centrato quelli del secondo". Ma ora è tempo di essere fiduciosi; d'altra parte, sottolinea Labriola, analisti e broker "ci dicono che il valore medio della somma delle parti di Tim si attesta ben al di sopra di quanto ci dicevano in precedenza. Vi invito quindi a non ascoltare i rumor e a concentrarvi sul grande lavoro che dobbiamo fare per mettere a terra il nostro piano. Il nostro titolo è ampiamente sottovalutato e proprio per questo di recente ho acquistato azioni Tim per dare un segnale di fiducia ai dipendenti e al mercato". In tutto, l'AD di TIM ha acquistato 1,5 milioni di azioni in due tornate abbastanza ravvicinate nel tempo.

Era stato il Sole 24 Ore a lanciare l'indiscrezione circa il rimando della partita sulla rete unica ai giorni compresi tra il 26 e il 30 settembre (comunque dopo le elezioni). A questo proposito, gli analisti di Intesa Sanpaolo commentano: "Se confermato, lo slittamento avrebbe senso, visto che il parere del nuovo Governo su un dossier così delicato è cruciale per raggiungere un accordo finale". Staremo a vedere come si metteranno le cose nei prossimi giorni.