Gambe in spalla con il fitness tracker

In questo articolo tiriamo le somme dell'esperienza Tom's Wellness in collaborazione con Fitbit. Ecco il parere dei dipendenti di Tom's Hardware che hanno partecipato all'iniziativa.

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a cura di Manolo De Agostini

Elena Re Garbagnati

Più che un orologio hi-tech, il Fitbit Blaze per me è stato un incentivo all'attività motoria. Quando è arrivato in redazione ho accettato di usarlo pensando che il mio contributo al progetto sarebbe stata la massima espressione di staticità: un glorioso record negativo da segnare negli annali. Di giorno in ufficio e la sera sul divano del resto non presagivano molte possibilità di successo. Invece no.

Prima di tutto, per me che sono abituata da una vita a indossare l'orologio, non c'è stata alcuna differenza a sostituirlo con il Fitbit, non mi accorgo nemmeno di averlo al polso, il che ha aiutato ad accettarlo di buon grado.

fitness tracking

Nei primi giorni ho capito che poi non mi muovo così poco: in effetti di scale ne faccio, complice il fatto che le ho in casa e che sono abbastanza smemorata da dimenticare quasi tutto sul piano sbagliato. Poi non pensavo che sbrigare le commissioni, accompagnare mia figlia dove serve e sbrigare la routine di tutti i giorni era (incredibile) sufficiente per centrare l'obiettivo minimo definito in redazione.

Il punto è che non è tutto qui. I primi giorni ho controllato il numero di passi costantemente, più per curiosità che per altro. Però quando vedevo che mi mancava solo qualche centinaio di passi all'obiettivo successivo mi dicevo "ma sì, che ci vuole, vado a svuotare la cassetta della posta" (non l'ho mai svuotata tanto di frequente!).

Nel fine settimana, ossia in quei due giorni che ho sempre considerato poltrire un diritto intoccabile, quando davo un'occhiata al Fitbit verso ora di pranzo e il messaggio inequivocabile era: "sei un'ameba". Il senso di colpa iniziava a bussare e alla fine ho iniziato a proporre a mia figlia qualche passeggiata nei campi di granturco vicino casa giusto per spostare un po' più in là il conteggio.   

Non ho fatto in tempo ad accettare l'idea che questo strumento mi stesse spingendo in effetti a muovermi di più che sono iniziate le sfide (ovviamente non lanciate da una campionessa del divano come me!), e mi sono ritrovata a esplorare a piedi il paesino in cui vivo: roba da matti, visto che ci abito da sette anni e non sapevo nemmeno che faccia avesse, ho scoperto che c'è persino un parco per bambini!

In vacanza poi era una costante dargli un'occhiata e macinare passi. Insomma, alla fine è uno stimolo costante che persino io ho apprezzato e apprezzo tuttora. Anche perché usando gli altri strumenti ho avuto conferma che dormo male, ma che evitando di poltrire oltremisura sul divano le cose migliorano.

Non è uno strumento perfetto, perché di lati negativi ne ha. Il più grosso è che non è impermeabile: a casa è tollerabile toglierlo per farsi la doccia, ma al mare è una scocciatura indossarlo per contare i passi ma non potersi fare un bagno rinfrescante durante le passeggiate sul bagnasciuga! Più di una volta ho dimenticato di andare a posarlo, con la conseguente scena di panico per i possibili danni (che per fortuna non ci sono stati).

Altra cosa il fatto che per caricarlo si debba avere a portata di mano la gabbietta proprietaria: ho cavi USB standard in auto, a casa, in ufficio, ovunque, ma se il Blaze è scarico non lo posso caricare senza la famigerata gabbietta, che ovviamente non è mai dove servirebbe che fosse. Per non contare il fatto che a ogni ricarica bisogna togliere l'orologio e staccare il quadrante dalla cornice, che trovo decisamente scocciante.

In ultimo, mi piacerebbe che la batteria durasse di più. Io ho impostato il Blaze in modo che quando alzo il polso si accenda lo schermo, perché se devo portare qualcosa al polso prima di tutto deve funzionare come un orologio vero. Il risultato però è che ogni due giorni è scarico, invece dei cinque pubblicizzati dal produttore.

La morale comunque è che prima di questo progetto non avrei comprato un fitness tracker per nulla al mondo. Adesso non lo tolgo mai (tranne quando lo devo caricare) e non voglio farne a meno. Direi che è stato un successo.