Un iPhone blocca nuovamente le indagini dell'FBI

Oggi, durante una conferenza stampa, un agente speciale dell'FBI ha fatto sapere che l'agenzia è in possesso dell'iPhone del terrorista responsabile della recente strage in Minnesota e che anch'esso va sbloccato.

Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

Ci risiamo: l'FBI ha in mano un altro iPhone appartenuto a un terrorista e anch'esso sarebbe bloccato. L'agenzia governativa starebbe dunque valutando al momento tutte le opzioni tecniche e legali a propria disposizione per ottenere accesso ai dati presenti sullo smartphone. L'iPhone è appartenuto a Dahir Adan, l'uomo che di recente in Minnesota ha accoltellato 10 persone in un centro commerciale, prima di essere freddato da un agente di polizia.A spiegarlo durante una conferenza stampa tenutasi oggi è stato l'agente speciale Rich Thorton, che però non ha chiarito di che modello di iPhone si tratti o quale sia la versione del suo Sistema operativo. Due fattori chiave invece per capire se l'FBI riuscirà a sbloccare o meno il dispositivo. A partire dalla versione 8 di iOS del 2014 infatti gli iPhone e iPad sono stati crittografati in maniera tale che nemmeno Apple è in grado di decifrarne il contenuto.

applefbi

Dopo I fatti accaduti a inizio anno con l'iPhone 5c di Rizwan Farook, l'attentatore di San Bernardino, la situazione si ripete. All'epoca l'FBI aveva chiesto ad Apple, tramite un giudice, di fornire una soluzione per aggirare il problema, magari fornendo nuova versione del software che consentisse l'utilizzo del metodo Brute Force per ottenere accesso allo smartphone, senza far scattare il blocco dello smartphone dopo I canonici 10 tentativi.

Come ricorderete Apple rifiutò e l'FBI dovette spendere probabilmente 1,3 milioni di dollari dei contribuenti per poter utilizzare un metodo che le consentisse di aggirare la protezione. Non è mai stato chiarito però se ‎la soluzione possa funzionare anche con iPhone più recenti del 5C o di iOS.

untitled

Lo scorso mese Sergei Skorobogatov, un ricercatore dell'Università di Cambridge, ‎‎ha illustrato un metodo che consentirebbe di forzare il blocco su un iPhone 5C‎‎, rimuovendo la memoria flash, clonandola, applicando quindi senza rischi il metodo Brute Force per l'individuazione del PIN corretto e infine riscrivendo la memoria così da aggirare il contatore che tiene traccia del numero di PIN provati. Il metodo descritto però non funzionerebbe appunto su iPhone più recenti del 5c, a causa del cosiddetto "secure enclave" che rende molto difficile sovrascrivere la memoria.

Ancora una volta dunque, se non dovesse essere possibile sbloccare in qualche modo l'iPhone, il Federal Bureau of Investigation e una delle più grandi aziende di hi-tech del mondo potrebbero nuovamente entrare in conflitto.