Xiaomi cresce troppo in fretta, rischia il collasso?

Secondo alcuni, il leader cinese Xiaomi Techology starebbe spingendo troppo sull'acceleratore e l'enorme ecosistema che sta creando potrebbe sfuggirgli di mano. Ma le ambizioni della giovane azienda non conoscono limiti.

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a cura di Pasquale Macrì

Xiaomi è una realtà dinamica e giovane che dal 2010, anno della sua fondazione, non ha commesso mai un passo falso. I suoi smartphone sono passati dallo status "ennesima cinesata" a "rivale di Apple e Samsung", che non è certamente  poca roba. In terra natia è il top player da battere, mentre nel resto del mondo sono molti i fan che chiedono a gran voce un canale di distribuzione ufficiale per l'acquisto dei suoi smartphone.

Ma Xiaomi non è solo RedMi Note 2 e Mi5. Il colosso cinese produce televisori, action camera, indossabili, tablet, gadget di vario genere (come profumatori per l'ambiente) e addirittura un trolley. La diversificazione non è ovviamente una novità nell'elettronica di consumo, basti pensare a Samsung e ad LG, ma è la rapidità con cui Xiaomi si sta espandendo che desta preoccupazione.

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Gli analisti affermano che questa situazione potrebbe sfociare nel caos più totale, con l'azienda che non sarebbe in grado di gestire un ecosistema cresciuto così tanto in poco tempo. Il rallentamento dell'economia cinese, che ha coinvolto anche Xiaomi, non sembra però spaventare i vertici aziendali, che per il 2016 hanno grandi progetti.

È atteso il debutto nel mercato dei computer portatili, nonché lo sviluppo di processori proprietari per i propri smartphone, oltre al lancio di nuovi tablet basati su Windows con SoC Intel. Xiaomi ha addirittura lanciato una serie di prodotti finanziari online, ulteriore fonte di guadagni ma soprattutto di rischi, secondo gli analisti.

Davvero l'azienda guidata da Hugo Barra rischia di fare il passo più lungo della gamba? Difficile dirlo, ma per il momento si prospetta un 2016 davvero ricco di novità per una Xiaomi in ottima salute.