Xiaomi risarcita nuovamente, 130.000 euro da chi ha violato un contratto di riservatezza

Una cifra sicuramente non esagerata per Xiaomi ma che verrà ricordata per molto tempo da chi ha infranto gli accordi legali.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

I contratti di riservatezza, chiamati in gergo NDA (non-disclosure agreement), vanno rispettati e Xiaomi ha voluto impartire una lezione memorabile ad un blogger cinese che nell'agosto 2020 aveva proprio violato uno di questi contratti con l'azienda.

Il risarcimento danni è stato fissato a circa 130.000 euro, una cifra sicuramente non esagerata per Xiaomi ma che verrà ricordata per molto tempo da chi ha infranto gli accordi legali.

Nel nostro lavoro abbiamo spesso a che fare con i cosiddetti NDA, contratti di riservatezza che vengono firmati da noi esponenti della stampa e dei media come accordo con le aziende coinvolte. Spesso infatti vengono inviati dispositivi di prova molto prima della loro presentazione ufficiale o dell'arrivo sul mercato e la pubblicazione di contenuti scritti o multimediali a riguardo sono vietati fino alla scadenza di una determinata data e/o ora di embargo.

L'11 agosto 2020, un blogger cinese conosciuto come Beautiful Technology aveva pubblicato in anticipo rispetto alla data di scadenza del contratto NDA un video unboxing di quello che ai tempi era il top di gamma dell'azienda, lo Xiaomi Mi 10 Ultra in versione commemorativa.

La violazione di questo embargo, come da decisione della China International Economic and Trade Arbitration Commission, costerà al blogger la cifra sbalorditiva di 1 milione di yuan, circa 130.000 euro, che ora dovranno essere rimborsati all'azienda di Lei Jun.

Le scuse da parte di Beautiful Technology nei confronti dell'azienda, del CEO e di tutti i dipendenti sono già state pubblicate ufficialmente su Weibo, in un post in cui afferma che cercherà di evitare questo genere di problematiche d'ora in poi, rispettando quindi la legge. A quanto pare deve aver capito che il gioco non vale la candela quando il premio in palio è solo ottenere una maggiore visibilità rispetto ai propri competitor.

Wang Teng Thomas, Product Director di Redmi, a seguito di questa decisione dei giudici ha condiviso il pensiero di un altro blogger, il quale riflette se è più importante dare la notizia per primi o se tutto sommato abbia più senso rispettare questo genere di accordi.

Lezione sicuramente imparata, almeno in questo caso. Certo, se le aziende tecnologiche facessero rispettare questo genere di contratti con così tanta precisione anche da noi almeno sarebbe la fine dei furbetti che vogliono accaparrarsi facili click a discapito delle aziende con cui lavorano. Ma questa è un'altra storia...

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